Magazine Diario personale

Di lauree inutili, lavoro e medici made in China

Creato il 29 ottobre 2014 da Pontomedusa @Pontomedusa

grad

Lo sanno tutti che ci sono le lauree che fanno lavorare e le lauree che ti fanno rimanere disoccupato, che non ti prendono nemmeno per fare il cassiere al supermercato perché siccome sei laureato la sai troppo lunga e pianti grane, e non possono nemmeno pagarti al minimo sindacale.

Io lo so bene, infatti ho studiato Scienze della Comunicazione, anche detta Scienze della Disoccupazione. Come ho potuto pensare che nella nostra società potesse essere utile studiare linguaggio televisivo o nuovi media? Cioè, lo sanno tutti che il massimo di comunicazione al giorno d’oggi sono i piccioni viaggiatori. Ovvio che i miei colleghi siano tutti a casa, e se io lavoro è giusto per una botta di culo.

Un’altra categoria che fatica parecchio a sistemarsi sono i medici. I giovani medici che conosco vivono con piccole borse di studio lavorando su turni massacranti.
Ma anche questo è assolutamente ragionevole, quello del medico vi sembra un mestiere utile? Ma figurarsi, specie adesso che su qualunque bancarella del mercato si trovano medici made in China a prezzi stracciati.

Di cosa c’è bisogno invece? Di ingegneri! Gli ingegneri lavorano tutti. Non preoccupatevi se vi laureate in dodici anni col minimo dei voti (e se non vi piace l’ingegneria, è molto probabile che vada proprio così), alla vostra uscita dall’Aula Magna in cui avete discusso la tesi troverete sicuramente uno stuolo di aziende pronte ad assumervi con stipendi faraonici. Avete mai visto un ingegnere disoccupato? Io in realtà più di uno, ma non diciamolo in giro.

Qualcuno potrebbe obiettare che se scegliete una facoltà che non vi piace, avendo in mente la futura occupazione, si daranno due scenari:
a) Siccome non fa per voi, non vi laureate mai o lo fate con mostruoso ritardo.
b) Nonostante tutto ce la fate, e vi trovate a fare un lavoro che odiate per tutta la vita.

Ma queste ovviamente sono obiezioni da bamboccioni fancazzisti.


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