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Con la moratoria sul nucleare il governo compie una grossa sciocchezza comunicativa. Significa ammettere, dopo averlo difeso aspramente, che la paura collettiva a seguito del disastro giapponese è giustificata e che il piano energetico italiano va rivisto nonché ponderato. Potremmo dire che è così passata la linea Prestigiacomo, la quale pizzicata da TMNews si era lasciata scappare un monito che definirlo eloquente è poco: “Non facciamo cazzate, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare”. Qui non si è ancora deciso da quale parte stare (i dubbi, però, sono tanti), certo è che la moratoria non è un buon segno. Soprattutto a lungo termine: vuol dire rallentare ulteriormente un iter fin troppo spigoloso (referendum permettendo). E cosa presenterà il governo il prossimo anno? Le rassicurazioni di comodo? Non cambierà molto nella testa dei cittadini e di quanti sostengono il nucleare “ma non nel mio giardino”. E avremo perso soltanto tempo.
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