Com'è possibile, nei giorni d'inverno, corti da far schifo, sogni la brezza tiepida e il sole.
Poi arriva e si porta dietro una fatica inaudita.
Non parlo solo delle famigerate notti insonni.
Non è dolce, il dormire. La testa è leggera come se fosse semivuota, i pensieri schizzano da una parte all'altra. C'è nell'aria come qualcosa di trattenuto, di non detto. Sento la tensione, ma allo stesso tempo non riesco a reagire.
Spesso mi sento sola, sola con i miei strippi. Sola con il mio fardello.
Sono io il mio fardello, con tutti i miei preconcetti, i miei sensi di colpa, il mio senso di inferiorità, la mia maniacale tendenza a non voler fare errori, la paura del giudizio degli altri.
"Faccio questo perchè se no sembra che..."
Dover sempre dimostrare qualcosa a qualcuno, stare dentro il proprio ruolo.
Recita la tua parte. Stai dentro al binario.
Non sto parlando di colpi di testa, tipo mi faccio i capelli viola o mollo tutto e me ne vado.
Sto parlando dei rapporti umani.
Di come perdono freschezza e sincerità una volta che si intrecciano e diventano vita condivisa.
Non è che imbruttiscono, semplicemente diventano più rigidi.
Più diventano importanti meno riesco a essere spontanea. Capita solo a me?
E' tanto che ci penso, è il cruccio di quasi tutta la mia vita adulta.
Come ci si cuce addosso dei ruoli che poi non riesci più a dismettere.
Come un attore che ha fatto lo stesso personaggio per anni.
Telefono a un amico, ci vogliamo bene, lo so. Ma non riesco a dirgli "hei sai che c'è, ho bisogno, non ci sto più dentro, adesso sbrocco qua davanti a te e tu mi consoli" E tu mi consoli eh, non pensi "Ma che fa, sbrocca? lei non può sbroccare, sempre così calma"
La collega di lavoro che mi dice "ma come sei calma, le altre mamme che conosco non hanno mai tempo, sempre di corsa, da neuro"
Io sono sempre di corsa. IO SONO DA NEURO.
Oppure lei, la mia compagna di pancia, la mia amica, che non mi dice che è esaurita, che sta male.
Lo stesso disagio, due mondi chiusi.
Ma una cosa l'ho fatta. Ho telefonato, non ho procrastinato, non ho cincischiato con i soliti "ma no dai, magari di te non ha bisogno." E ci vediamo, ed era in attesa di una mano, della mia mano.
Devo ringraziare per questo, perchè sono le piccole cose, che poi ti fanno smuovere il culo.
E allora ringrazio lei per un gesto di fiducia e lealtà. E lei, che anche se non lo sa, con il suo bel post sull'incontro mi ha fatto prendere il telefono in mano.
Dopo tutto questo parlare, non ho poi tante conclusioni da trarre e la paura che chi mi legge pensi che sono una lagnosa fuori di testa è forte. Quindi sono tornata al punto di partenza. L'abito di scena preme per essere indossato. Quasi quasi mi faccio i capelli viola davvero.
Pensa, una tranquilla, equilibrata donna... dai capelli viola. Tiè. Prova a rientrare nella parte se ci riesci.
Qualche tempo fa ho letto questa frase
il mio apparente rigore è solo una copertura della mia indolente distrazione #ahbèUna di quellle frasi che quando le leggi senti che te le puoi cucire traquillamente addosso.
Dietro quella farse per me c'era questo. Un ruolo nella vita da maniaca del controllo, che nasconde una totale pasticciona con il naso per aria.
Grazie anche a te Silvietta, per averla scritta.