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Così, mettiamo la prima domenica di novembre, che arriva con foglie gialle, un po' di nebbia e un risveglio assonnato, quello che ti appiccica gli occhi e che ti porta a infilarti direttamente dal pigiama nel maglione più largo, comodo e confortevole che si trova. Quelle domeniche che sanno di doccia calda e caffè nero, con quell'aria fredda che prelude a temperature più rigide.
Mettiamo una carovana composta da quelli che per me ormai non sono solo semplici passaggi di amicizia, ma sono stati assunti a membri onorari e sottoscritti come "famiglia".
Cioè per dire: se fossero un ambientazione, sarebbero quelle cene al crepuscolo sotto un tetto di fili di piccole luci, in quei tavoli di legno lunghi, con tovaglie e tovaglioli di lino, candele bianche e bouquet di fiori di campo come ornamenti.
Se fossero un dolce sarebbero una torta piena di aromi come la vaniglia, il cardamomo e il fiore d'arancio: confortevoli, inaspettati e accoglienti.
Se fossero delle caramelle, sarebbero le violette, o le caramelle Leone, o ancora le pastiglie tonde di zucchero colorato: ovvero la tradizione che rimane e permea il cuore di amore allo stato puro.
Quindi, così, continuiamo ad aggiungere a questo, uno scenario come Pavia e le Scuderie.
Qui è tutto detto.
Perché le file di cipressi della campagna pavese, la luce autunnale e l'incredibilità dell'incanto di questo scenario lascia senza fiato.
Aggiungiamo anche il "brasato al vino rosso preparato con amore", con contorno di polenta fresca casereccia: il nostro miglior modo di celebrare e dare il benvenuto a questo autunno che diverrà inverno e che spero ci possa riservare ancora giornate così incantate.
* Al Ristorante Il Cupolone: un Gipsy indirizzo da non perdere assolutamente. Armonia e gusto e 350 etichette di vini, per non parlare del menù che è un'esaltazione per noi gourmandise.
Via Cardinal Riboldi, 2, Pavia.
Weekends are made for friends: friends that turn into family.
Una manciata d'ore che ha riempito il cuore d'amore allo stato puro, la mente di pensieri belli e ha cacciato ogni ricordo di strascichi bui.
E poi: Monet.
Io - purtroppo - non sono una critica d'arte.
Si è vero, al tempo del liceo, Arte e Filosofia erano le mie materie preferite.
Dunque strizzo gli occhi e mi commuovo verso tutto quello che la mente, la creatività e l'intelletto umano riescono a produrre attraverso l'esplicazione di emozioni che scaturiscono comunque da questo portento di organo che abbiamo nel nostro torace, che non solo ci fa vivere, e decora ogni "i" delle nostre lettere scritte a mano, ma anche ci permette di far si che il famoso libero arbitrio non sia così solo basato su una razionalità troppo rigida per noi anime romantiche.
Dunque eccoci qui: l'Impressionismo, intanto.
Ovvero da un'impressione generata da un'emozione ecco la gioia di tradurre questa istantaneità in qualcosa di eterno.
Per dirla in versione 2.0, mi piace citare una frase: " Monet come un vate capace di cogliere le cose come l'infinito e il fluire eterno del tempo ."
E l'incredibile di questa mostra è che non solo espone, ma guida in un percorso emozionale che colpisce e lascia il segno.
Profumi che vengono ricreati in ogni sala, perché così il pubblico - noi- possiamo tornare a un grado di emozione zero, per poi immedesimarsi al meglio nei sentimenti che Monet è riuscito a tradurre in colori.
Dopodiché, c'è l'affascinante storia che porta il nostro Artista da Rouen a Stoccolma, che lo vede innamorato di Camille, la sua prima moglie che scompare troppo presto, così presto che mai più lui, dopo di lei, potrà dipingere figure umane come attanti dei suoi quadri: lei, che ricerca ombre e colori che neppure sapeva della loro esistenza, ma che quando Monet le posa il suo sguardo addosso, ecco che vengono illuminati e allora si capisce forse le erano sempre appartenuti.
C'è la sua Normandia, con il suo mare che sembra quasi accanto a noi talmente è vivo. Ci sono le rocce che sembrano assumere una materialità impossibile per un dipinto. Le nuvole del cielo. Peonie così rosa, così fiorite che paiono essere catturate nell'immortalità di un attimo, che diventa bellezza incontrastata.
C'è poi l'Amore maturo, che torna con la sua seconda musa, Alice che come una voce sembra sussurrare, attraverso l'ultima parte della sua pittura:
"quando non sei qui, tutto rimane sospeso".
Per intenderci, ecco quell'Amore che ti fa trattenere il respiro in attesa del ritorno di chi amiamo.
Per poi capire che comunque l'amore, vero, come già detto, non s'affanna.
E io, Gipsy, cosa posso aggiungere?
Io penso che questa mostra sia incredibilmente magica, che resetti ogni aspettativa e rimetta in pace l'anima: c'è il bello incredibile delle opere di Monet, c'è un percorso emozionale che risveglia sentimenti sopiti e il miracolo dell'incredibile silenzio, quasi religioso, di tutti i visitatori.
Io che cerco di trasformare in cibo le mie emozioni, io che ho fatto di "come l'Acqua per il cioccolato" la mia Bibbia e che questa estate sono stata travolta da una passione senza scampo per il libro "Il ristorante dell'Amore ritrovato", io che uso e abuso di quegli ingredienti emozionali che possano risvegliare batticuori, io che credo nel potere delle emozioni uber all e dei battiti del cuore accelerato, io che faccio l'amore con ogni ingrediente che uso. Ecco, io posso solo dirvi di affrettarvi a vedere questa mostra. Che se la perdete, ecco, questo sarebbe un gravissimo peccato.
Monet
14 Settembre - 15 Dicembre 2013.
Scuderie del Castello Visconteo, Pavia.
http://alefcultural.com
http://scuderiepavia.com
E per l'appunto, per celebrarlo, ecco una mia ricetta fatta di fiori, di vaniglia in una domenica sera un po' malinconica.
Ciambella di mele e lamponi essiccati al profumo di lavanda, rosa, vaniglia e cannella, glassata ai fiori di malva.
250 gr di zucchero
250 gr di farina
1 bustina di lievito
3 uova
130 gr di burro fuso e lasciato raffreddare
1 cucchiaino di fiori di lavanda essiccati
1 cucchiaio di vaniglia del Madagascar
1 cucchiaio di cannella
1 cucchiaino di polvere di rosa - nei negozi etnici.In alternativa un cucchiaino di sciroppo di rose.
Fiori di malva
250 gr di zucchero a velo
3 cucchiai di acqua
1 mela
un pugno di lamponi essiccati
Sbattere le uova con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso.
Aggiungere la farina setacciata con il lievito, il burro, la vaniglia, la rosa, la cannella e la lavanda.
Mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Aggiungere la mela e i lamponi e mescolare nuovamente.
Versare il composto in uno stampo imburrato e infornare in forno pre riscaldato a 180° per circa 45 minuti.
Quando la torta sarà pronta, iniziare a preparare la glassa: versate in un pentolino lo zucchero a velo, mescolando con 3 cucchiai di acqua, cercando di evitare la formazione di grumi. Accendere la fiamma e tenerla a fuoco basso, continuando a mescolare fino quando risulterà densa.
Versare sulla torta e aspettare che si solidifichi. Quando fatto cospargete di fiori di malva blu.
oggi mi trovate quihttp://www.marieclaire.it/Cucina/Il-blog-di-Alice-Agnelli
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