Oggi sono 3 anni che sono nata, come madre.
Di tutta l’esperienza… le paure, le ansie, le aspettative, le letture, le storie ascoltate… credo che la cosa che più ricorderò è il momento in cui sono rimasta da sola dopo il parto: i minuti trascorsi prima di andare nel “post partum” e coccolare la mia bambina. Ho pianto come una disperata. E non vi so dire bene cosa fosse. Gioia, stanchezza, paura… fottuta paura che qualcosa andasse storto. E poi, mi ricordo che mi son detta: “E adesso?”. Pensavo a quando saremmo tornati a casa, a come avrei gestito questa new entry, a come l’avrei nutrita, alla paura di non riuscire ad allattarla, a come avrei dovuto calmare i suoi pianti…
Sono sempre stata convinta che siamo un po’ tutte delle madri, anche prima di avere la pancia… anche prima di avere il compagno. Lo chiamano istinto no? Per alcune è un po’ latente, per altre è quasi aggressivo. Quando si inizia a “cercare” di avere un bambino si entra di diritto nel ruolo… Quando poi si guardano quelle due strisce… beh un po’ ci si impanica. Poi si rinasce, come madri, il giorno in cui incontriamo ciò che prima era solo un fagiolino galleggiante.
Dopo 3 anni, e due figli, mi sento di dire che madri non si diventa da un giorno all’altro. Tutto quello che c’è prima che arrivino è bello… ma non ha niente a che vedere con l’essere genitore. Ti puoi preparare quanto vuoi, leggere mille libri, studiare le esperienze degli altri, compresa la tua di figlia… non sarà mai la stessa cosa, e soprattutto avrai sempre da imparare. Perchè ogni essere umano è diverso dall’altro e soprattutto perchè il rapporto con tuo figlio lo costruisci tu, giorno per giorno. Prima che io diventi davvero madre di questi due simpatici teppisti che mi hanno assegnato… ne deve passare di acqua sotto i ponti. E forse quando saranno adulti il mio essere madre si modificherà, e sarò ancora qui a chiedermi dove ho sbagliato.
So solo che adesso tutte le mie forze sono chiamate a raccolta per gestire una treenne in piena fase contestativa (ma non erano i terrible twos?) e un nanetto che ha bisogno di attenzioni e che sta imparando piano piano a difendersi dai dispetti di sua sorella.
A te, che sei la mia bambina e cerco di ripetermelo ogni giorno quando piangi e strilli senza apparente motivo… che ti ritrovi quel caratteraccio così forte e affermativo (cocktail esplosivo tra tua madre e tuo padre) che però adoriamo… alle tue mille domande… ai tuoi sorrisi, alle tue mani bellissime che dipingono macchie indefinite su tele, fogli, compensato… ai tuoi capelli ricci (essì… ovvio, ogni riccio un capriccio), ai tuoi colori… e al tuo piccolo mondo che in questi tre anni hai costruito intorno a te… buon compleanno.
la tua “mamma”