108 "seguaci che seguono, nel mio Blog, questa Rubrica settimanale che oggi apre il post con un'affermazione intensa
La lunga assenza dall'organizzare un articoletto per i Venerdì, che vedono molta partecipazione, è dovuta al fatto che mi sono dedicata non solo alla lettura ( per me la scelta del libro non deve dimostrare prova di cultura ma deve attrarmi per le tematiche e per l'autore - non necessariamente attuale) ma soprattutto a "turista-faccio-da-me" alla riscoperta del centro storico di Roma con le fascinose architetture barocche (1) .
Ho ripreso in mano un libro sul Teatro che comprende anche la prima commedia di NataliaGinzburg, Ti ho sposato per allegria, ( le altre si rifanno in parte ad essa) dai temi e dalla struttura, interessanti
Ginzburg ha cominciato a scrivere commedie in seguito alla domanda provocatoria di una rivista, rivolta a lei e ad altri scrittori contemporanei ("Perché non scrivete commedie?),a nche se è sempre stata piuttosto perplessa a proposito delle proprie potenzialità teatrali. Per scrivere Ti ho sposato per allegria, Ginzburg dice di essersi ispirata alla prima opera a cui ha assistito in un teatro a Torino, quando aveva solo otto anni:Peg del mio cuore, la cui protagonista era una ragazzina "con un gran cappello di paglia" e di cui non ricorda, però, l'autore. Forse non è una coincidenza che il protagonista deTi ho sposato per allegria esordisca proprio così: "Il mio cappello dov'è?"
Ginzburg non si è fatta influenzare dall'opinione negativa dell'amica e scrittrice Elsa Morante, a cui l'aveva fatta leggere e che la trovava "fatua, sciocca, zuccherata, leziosa e falsa," e quindi l'opera è andata in scena, e interpretata dallaAsti, come previsto. In Ti ho sposato per allegria, come poi in altre commedie, Ginzburg raggiunge la comicità giocando sui valori cari alla nostra società.
Il titolo, come succede in altre commedie, in Ti ho sposato per allegria è ripreso più volte nelle battute di Pietro, quando spiega a Giuliana i motivi per cui l'ha sposata: "Ho sempre sentito, guardandoti, una grande allegria. E non ti ho sposato perché mi facevi pietà. [...] Ti ho sposato per allegria. Non lo sai, che ti ho sposato per allegria? Ma sì. Lo sai benissimo."
Questa attenzione linguistica e l'invenzione di un italiano parlato musicalmente, inconsueto nel nostro teatro, rendono Natalia Ginzburg un autore non troppo distante da maestri europei del dialogo come Beckett,Pinter, eCompton-Burnett.
Come la lunga tradizione della commedia italiana insegna, anche Ginzburg ricorre spesso a giochi sull'identità, confusione di persona, creando nel pubblico, una certa ilarità. Leggiamo in Ti ho sposato per allegria:
Questa prima commedia Ti ho sposato per allegria (1964), nasce appena dopo l'uscita diLessico famigliare,
dove sono messi a fuoco la centralità del linguaggio e il dialogato abituale di una famiglia, spesso con sfumature umoristiche. Le abitudini linguistiche del clan familiare, salvate dal naufragio del tempo, insegnano all'autrice a stilizzare il discorso orale nella sua informalità ( ripetizioni e monotonie della presa di parola, qualche regionalismo, caratteristiche del discorso informale).
Quasi prive di indicazioni sulla regia, queste commedie mettono in scena un "brulichio di dialoghi" sui mutamenti della società, un parlato-scritto la cui modulazione usa mezzi semplici adatti per essere eseguiti oralmente. Il periodare ha frasi brevi, punteggiatura adatta alle pause della recitazione, si imitano approssimazioni e incertezze del parlato. In conclusione, le scelte stilistiche dell'autrice si basano sull'ascolto della realtà linguistica pragmaticamente intesa.
"In tutto ho scritto, fino a oggi, dieci commedie, e la prima, Ti ho sposato per allegria, dato il carattere della donna attorno a cui gira l'idea, è la più randagia, la più gaia. Come mai fosse allegra, non lo so. Io non ero allegra - confessò la Ginzburg - Ma forse veniva fuori allegra per quell'ilare stupore che uno prova quando fa una cosa che aveva comandato a se stesso di non fare mai. O forse aveva un'apparenza allegra perché la concepivo in fretta senza respirare malinconia. In fretta e per noia. Però via via che la buttavo giù la noia spariva. L'ho finita in una settimana". Grande, anche nell'autoironia, rara scrittrice.
- Il Barocco a Roma si sviluppa intorno agli anni 30 del Seicento e in poco tempo diventa lo stile preferito della Chiesa Cattolica e delle monarchie per la necessità di progettare chiese barocche, monasteri e palazzi sontuosi. Questo stile fa la sua prima comparsa dopo la fine del Manierismo, da cui eredita alcune delle tecniche e risulta semplice ma allo stesso tempo pieno di effetti. Le caratteristiche fondamentali dell'architettura barocca sono rappresentate da linee curve e sinuose - comeellissi e spirali che si intrecciano- . Uno degli aspetti distintivi del barocco è senza dubbio la decorazione che, insieme con la pittura, la scultura e l'uso degli stucchi, ha dato vita ai monumenti e opere uniche e davvero suggestive.