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Di ottone e di me

Da Beadsandtricks

Fuori c'è il sole. Forse è un buon giorno per pensare al tempo che viene. Per parlare di me.
Ieri pomeriggio ho passato qualche ora all'editing delle foto di nuovi oggetti. Vi ho detto spesso come a volte mi capiti di capire di più su quello che faccio guardando le foto, studiandone i particolari quando devo editarle. Ieri mi chiedevo cosa sta cambiando nel mio modo di guardare le cose. Non mi accontento di forme. Ora voglio sentire la forza del materiale. Voglio che trapeli qualcosa che davvero, ancora, non so cosa sia. Sono molto affascinata dalle superfici e da come si possa giocare con la luce e le ombre, e questo da sempre. Ma mentre guardavo le mie foto ieri mi pareva di cogliere qualcosa di nuovo.

Di ottone e di me
Cerco un segno. Voglio imprimere un segno. Che dica cosa non lo so. Sono sicura che, come mi capita sempre, lo capirò strada facendo. Intanto ieri pomeriggio guardavo questi oggetti, nuovi per me da molti punti di vista, in un materiale che fino a poco tempo fa non apprezzavo. Col suo colore sfacciato, coi suoi riflessi troppo invadenti.
Ora invece mi affascina la sua capacità di trasmettere qualcosa di antico. Ha una forza che mi serve adesso, e per questo lo sto maltrattando, martellando con ogni sorta di attrezzo fai-da-te, scalfendone la superficie, lasciando cicatrici.
Di ottone e di me
Volutamente inseguendo una irregolarità che non mi appartiene, ma che sto imparando ad accettare come parte della vita, del processo creativo, della mia esistenza. Volutamente cercando di non ignorare l'istinto. Chiudendo i fori con forza, ma lasciando vedere la fatica che costa.

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