Apprendo con notevole ritardo, perché sono stata un po’ fuori dal mondo, la notizia della morte di Robin Williams.
Di solito la penso come Zerocalcare, ma mi perdonerete se oggi voglio scrivere un mio banale pensiero a riguardo. Altrimenti, sentitevi liberi di aspettare il prossimo post, che certamente rientrerà nello standard cazzaro di questo blog.
Dà sempre da pensare quando si scopre che un comico, in realtà, nella vita privata era depresso. D’altra parte, quello del comico è un lavoro, come, che so, l’idraulico.
Non ci aspettiamo che un idraulico parli di tubature e sanitari anche a cena con la moglie, ma riteniamo obbligatorio che un comico sia sempre allegro e spiritoso.
In ogni caso, Robin Williams era non solo un comico, ma un attore, e aveva già mostrato un’altra faccia:
Quella era la faccia, e Mork era la maschera? Ma i latini chiamavano le maschere teatrali personae, come dire che ognuna era una personalità. Gli esseri umani, però, sono più complessi dei personaggi di un’opera teatrale.
Io penso semplicemente che Robin Williams avesse molti volti, come tutti noi, e che purtroppo quello peggiore per lui abbia preso il sopravvento.