Lo spiegava bene Pietro Raffa qualche giorno fa:
La Corte Costituzionale non nasce per assecondare la volontà popolare di turno. Al contrario, spesse volte, è stata l’unico organo in grado di frenarla.La Consulta deve valutare la legittimità costituzionale del referendum. Punto.
Sostenere che “l’Italia si sta oramai avviando lentamente, ma inesorabilmente verso una pericolosa deriva antidemocratica. Manca solo l’olio di ricino” o "ancora che “quella della Corte non è una scelta giuridica, ma politica per fare un piacere al capo dello Stato, alle forze politiche e alla maggioranza trasversale e inciucista che appoggia Monti, una volgarità che rischia di farci diventare un regime” – cioè i poteri forti, le banche e bla bla bla – è da persone fuori di senno, anzichenò. Ma Di Pietro, si sa, soffre di grillismo. Perciò se vince, vince e va tutto bene. Accade il contrario, c’è sempre un qualcuno che mette i bastoni tra le ruote. Forse il leader dell’Idv non comprende che così dicendo è proprio lui a derubricare la volontà popolare per cui Napolitano invita i partiti a darsi una mossa e non la Consulta, visto il diverso ruolo. Che poi i partiti affronteranno la questione con estrema flemma, è un altro paio di maniche. Ma qualcuno dei suoi lo spieghi a Di Pietro, intanto.