In ogni caso, comprendo perfettamente la logica della casa editrice: io vendo i libri a basso costo e, visti i tempi di crisi, tutti li acquistano. Una logica che non fa una piega e che già da diverso tempo si è dimostrata valida, riportando i romanzi Newton tra le vette delle classifiche, grazie alla loro idea dei "rilegati tascabili", venduti a 9,90€ prima e a 5,90€ poi. Libri che hanno letteralmente invaso librerie e supermercati, con i loro titoli e le loro copertine tutte uguali e con le loro trame che non richiedono alcuno sforzo mentale per la lettura, spesso mal tradotti o ricchi di refusi. Però, ragazzi, costano poco! E rendono finalmente la cultura accessibile a tutti!
Ecco. E' proprio quest'ultima la frase che mi irrita di più. Perché la cultura, almeno quella letteraria, è già accessibile a tutti. Ci sono le biblioteche, ad esempio. Ci sono i classici fuori diritti che puoi trovare online gratis. Ci sono gli amici con cui fare prestiti e scambi. Ci sono gli sconti e le edizioni economiche di tutte le altre case editrici. Non se li è certo inventati la Newton i libri economici, no? Prima che creassero questi libri a 9,90, forse non era possibile acquistare libri a meno di 10 euro? I tascabili Feltrinelli? I TEA? Gli Oscar Mondadori o gli ET Einaudi? Prima non c'erano? C'erano eccome. L'unica differenza è che non sono rilegati, non hanno copertine troppo sgargianti e, soprattutto, non ti vengono messi davanti al naso ovunque tu vada. Quindi, la cultura era accessibile a tutti anche prima che arrivassero le edizioni Newton. O meglio, a tutti quelli che volessero raggiungerla. L'unica cosa è che a volte, per essere raggiunta richiede solo un minimo di sforzo e di ricerca in più.
E' per questo che ce l'ho tanto con i libri della Newton a 9,90€ con amore, zucchero, zenzero o vampiri in copertina. E' per questo che ce l'ho tanto con i titoli composti tutti uguali e i visi di donna che ti guardano e ti ammiccano. Perché bisogna omologare, standardizzare anche una cosa così bella e variegata come lo è la lettura?
Un'ultima cosa, poi la smetto. Mi riferisco al prezzo dei libri nuovi. Che è effettivamente esagerato e un tantino ingiustificato. Una novità delle case editrici più grandi al momento dell'uscita costa intorno ai 18 euro. Paghi la copertina, a volte il nome dell'autore anche. Poi magari lo apri e lo trovi scritto in carattere venti con interlinea 3,5, cinque centimetri di margine per lato e carta pesante. Ecco, anche quello nuoce sicuramente alla cultura e alla sua diffusione... possibile che le case editrici non se ne siano ancora accorte? Questo e la produzione massiva di novità, per la maggior parte delle volte inutili, destinate a rimanere in libreria uno o due mesi quando va bene.
Ho chiesto ai miei lettori preferiti sulla pagina facebook del blog quanto sono disposti a spendere per un libro. Perché secondo me la domanda chiave sta proprio lì. La risposta principale è stata, ovviamente, dipende. Dipende da che libro è (narrativa, manuali... "i libri di Vespa nemmeno regalati li voglio"), da quanto ci ispirava o da quanto lo stavamo aspettando. In media comunque si sta su non più di quindici euro.
Poi ovvio, un libro meno riusciamo a pagarlo più soddisfazione ci da' (o meno idioti ci fa sentire se si è rivelato una cavolata). Però in linea di massima la cifra è quella.
Mi direte mica che ci sono solo i libri della Newton a meno di quindici euro?
Ok, ho finito. O meglio, ci sarebbero ancora un paio di punti da toccare (tipo, come la mettiamo con le case editrici che, anche volendo, non possono permettersi queste politiche di prezzo stracciato né i posti in prima fila in libreria? Ne sto scoprendo parecchie di piccole e medie con un catalogo meritevole che ovviamente per rientrare nei costi, prezzi inferiori ai 10 euro non possono sempre farli), ma preferisco fermarmi qui.
Non so se letto d'insieme questo post abbia una sua logica... sono solo un po' di riflessioni e di tarli che mi ronzavano in testa da un po' e che avevo assolutamente bisogno di togliermi.