Pomeriggio domenicale trascorso sulle sponde del Lago di Massaciuccoli.
È qui che nel 1891 Giacomo Puccini arriva spinto dalla sua passione per la caccia.
Chissà quale emozione avrà provato affacciandosi per la prima volta su queste sponde, guardando le nuvole che si riflettevano sull’acqua, ascoltando il vento frusciare tra i canneti, le beccaccie volare in mezzo alla vegetazione allora senz'altro più fitta di oggi.
Forse non era solo l'amore e la passione per l'andare a caccia, mi piace invece pensare che bramava questo silenzio, perché così poteva meglio creare la sua musica.
Scoperto il "suo" Lago, Puccini non se andò più. Per la sua abitazione sul Lago scelse proprio la Torre che dava il nome al borgo e la ristrutturò, costruendo una villa dall’impronta tipicamente liberty che fu ultimata nel 1893.
Oggi ho visitato la sua casa-museo, attraversando le stanze dove il maestro componeva e riceveva i suoi amici, ammirando il pianoforte sul quale componeva, le tante fotografie, le lettere raccolte e i documenti che ne raccontano la vita prima ancora che le opere.
Osservando l'albero genialogico della famiglia Puccini, esposto in una vetrina dell'ultima stanza, scopro che sua nipote Simonetta, è nata il 2 giugno 1929, e che quindi proprio in questo compie gli anni, ottantacinque.
Vive a Milano, ci dice una delle ragazze del servizio. Ha insegnato lì fino a diversi anni fa. Viene spesso a Torre del Lago.
Tornando sul belvedere del lago, mi metto a curiosare sul mio web-in-tasca, trovando una descrizione del luogo scritta dallo stesso Puccini, in una lettera del luglio 1900 all'amico Alfredo Caselli:
Gaudio supremo, paradiso, eden, empireo, turris eburnea, vas spirituale, reggia... abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare, popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli, fringuelli e passere. Padule immenso. Tramonti lussuruosi e straordinari. Aria maccherona d'estate, splendida di primavera e di autunno. Vento dominante, di estate il maestrale, d'inverno il grecale o il libeccio. Oltre i 120 abitanti sopradetti, i canali navigabili e le troglodite capanne di falasco, ci sono diverse folaghe, fischioni, tuffetti e mestoloni, certo più intelligenti degli abitanti, perché difficili ad accostarsi. Dicono che nella Pineta "bagoli" anche un animale raro, chiamato «Antilisca», per informazioni rivolgersi a...
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