Di quella volta che ho creduto nel karma
Creato il 07 febbraio 2014 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia“C’era una volta una ragazza che per i più era conosciuta come Lucrezia, ma da altre parti si faceva pure chiamare l’apprendista stachanovista. Insomma l’apprendista e il suo Lui un giorno hanno deciso di andare a Parigi, a sollazzarsi tra cultura, cibo, birre di Natale e vino rosso: in quella settimana si sono presi un paio di giorni per girovagare senza una precisa meta. Si sono infilati in stradine profumate di pane appena sfornato e in viuzze ricoperte di ciottoli e tavolini di bistrot.In uno di quei giorni, poi, si sono ritrovati in una di quelle viuzze anonime, una di quelle in cui ci sono solo condomini e palazzi. È lì che un caro bambino si è intrufolato nella loro serendipity, facendo finta di sparare con una pistola di plastica: è noto che l’apprendista non sia a prova di bambino. Perché lei si stufa dopo un po’, perché non sa ancora come parlargli, perché non c’ha pazienza. Perché ogni tanto (TANTO) vorrebbe che stesse fermino lì. Fermo eh!E quindi questo bambino sparava, si sentiva Steven Seagal in uno dei suoi film (prendetene uno a caso, che tanto Seagal li fa tutti uguali). E tirava fuori la lingua. E sputava.No, aspetta, cos’hai fatto?! Hai cercato di sputarmi addosso? – L’apprendista non è che l’abbia presa proprio bene. Perché se prima non sapeva come comportarsi con i bambini, adesso il modo l’aveva pure trovato, ma secondo leggi morali e civili non era assolutamente possibile mettere in pratica le sue idee. E poi per il suo tragico piano avrebbe avuto bisogno di corde, uno spararazzi e dei chiodi (MacGyver, pensaci tu!). E lì per lì non li aveva in borsa. Quindi l’apprendista in quei cinque nanosecondi di odio è riuscita a pensare a una sua vendetta, ma temeva che questo gesto incivile e maleducato rimanesse impunito, dal momento che il papà del suddetto bambino stava camminando metri e metri avanti.Sta di fatto che quando il pargolo ha deciso di diventare uno di quelli che sputa addosso alla gente “perché mi piace”, il suo compagno di viaggio e sventure, da vero cavaliere, ha solo detto “Hey” al maledetto ragazzino dalla salivazione esuberante. Sarà che la voce di Lui è particolarmente profonda, sarà che c’aveva la barba un po’ incolta, sta di fatto che il piccolo strunz si è spaventato. Si è girato di scatto per raggiungere il suo papino e scappare dalla coppia Grinch. Il problema è che non si era accorto che proprio dietro di lui c’era un palo della luce. Uno di quelli imponenti, uno di quelli che ti possono sfigurare se li prendi ad alte velocità.E così l’ha preso dritto in naso, ma così dritto che non ha nemmeno avuto coraggio di aprire bocca. Si è tenuto le lacrime, nonostante quel palo gli avesse schiacciato il muso. Nonostante rischiasse di assomigliare per sempre a un carlino. Non l’ha fatto, dico aprire bocca, ecco non l’ha fatto nemmeno l’apprendista, ma dentro di sé ha gridato -Sucaaaaa!-.”
Finisce qui la favola dell’apprendista, che sì, sarà un po’ troppo insofferente verso il mondo dell’infanzia, e sì, sarà pure un po’ stronza, ma quando ce vò, ce vò.
N.B. Il bambino non ha riportato danni permanenti, ma di sicuro avrà un ricordo indelebile e un insegnamento che si porterà sino alla tomba: è meglio che non sputi addosso agli sconosciuti, che poi sicuro sicuro ti si materializza davanti un bel palo su cui schiantare il tuo bel faccino.
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