Devo ammettere però che a un certo punto la curiosità ha preso il sopravvento. E quindi ho aspettato che uscisse un libro che già possedevo in originale, l’ho comprato, e ho passato una giornata a fare un confronto, per cercare di capire qual è il processo che sta dietro alla distillazione di un libro.Il fortunato è La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, romanzo del 2008 pubblicato da Mondadori, che ha vinto, tra gli altri, il Premio Strega.Il libro originale non mi aveva fatta impazzire, ma nemmeno mi era poi così dispiaciuto, quindi questo confronto, lo chiarisco subito, non entrerà minimamente nel merito della qualità letteraria del testo.Ecco che cosa ne è venuto fuori.
LA VESTE GRAFICA e L’IMPAGINAZIONELa prima edizione dell’originale è un’edizione cartonata, con sovracoperta. Quella del Distillato è paragonabile a un tascabile direi, un tascabile molto sottile, che viene venduto appiccicato a un cartone promozionale, che spiega cosa sono i Distillati e lancia i prossimi volumi. Se per caso non conoscete il libro e volete leggerne la trama prima di acquistarlo, non potete farlo (o potete, se riuscite a staccarlo e riattacarlo senza farvi vedere dall'edicolante o da un addetto del supermercato). Una volta aperto, si notano subito le differenze a livello di impaginazione. Sì, l’originale di Mondadori è impaginato forse in modo un po’ furbo per aumentarne le pagine: margini un po’ larghi, carattere medio-grande, interruzioni di pagina tra un capitolo e l’altro. Ma è un cartonato e sono tutti così. Il distillato ha i margini un po’ meno larghi, è scritto un po’ più piccolo, e non ha interruzioni di pagina tra un capitolo e l’altro, quindi è come se fosse tutto attaccato. Già solo così, almeno una ventina di pagine viene recuperata.
Altre tre vengono recuperate con la scelta di eliminare la dedica, la citazione iniziale e i ringraziamenti dell’autore. Tutte cose evidentemente considerate superflue e poco interessanti per un lettore che non ha tempo da perdere (sarei curiosa di sapere cosa ne pensa l’autore o il destinatario della dedica… ma vabbè).Per quanto riguarda il numero di pagine, la versione originale ne ha in tutto 307, divise in 7 sezioni e 47 capitoli. Il distillato conta invece 121 pagine (186 in meno!), divise in 7 sezioni e 38 capitoli (9 in meno rispetto all’originale!).Questa cosa dei capitoli quando l’ho scoperta mi ha un po’ sconvolta. Ho verificato e coincidono fino al capitolo 14 dell’originale. Il distillato nel suo capitolo 14 fa però rientrare anche il 15 e il 16 dell’originale. Poi, il capitolo 16 del distillato è formato dal capitolo 18 e 19 dell’originale, il 22 dal 25 e il 26 dell’originale, il 23 dal 27 e il 28, il 28, dal 33 e 34, il 29 dal 35 e 36, il 36 dal 43 e 44, e il 38, che è il capitolo finale del distillato, dal 46 e 47 dell’originale, rispettivamente il penultimo e l'ultimo.
LA DISTILLAZIONEMa che cos’è esattamente che viene distillato? Ecco qui alcuni esempi (cliccando sulla foto,si apre in versione ingrandita):
Qui sparisce una pagina intera a inizio capitolo
Qui tre pagine sono state riassunte in una decina di righe
Qui sparisce un intero paragrafo a fine capitolo
E qui due pagine intere. Il Distillato parte dall'inizio della terza pagina del capitolo.
Man mano che si procede con la lettura e il confronto si inizia a capire un po’ il meccanismo dei tagli. Le parti considerate superflue sono soprattutto le descrizioni, quelle che non hanno un’influenza diretta sulla trama ma che l’autore ha comunque inserito per delineare meglio i personaggi e, soprattutto, il suo stile. Ecco, forse è questo quello che più risulta evidente alla fine della lettura: lo stile dell’autore viene completamente appiattito. La trama rimane, certo, e ha anche un suo svolgimento logico, ma si riduce quasi a una mera cronaca dei fatti, quei tanti che bastano perché chi legge capisca a grandi linee quello che sta succedendo.
Il processo di tagli diventa più fitto man mano che ci si avvicina al finale. Oltre ad avere molti più capitoli condensati in un solo, è stato spesso difficile trovare la corrispondenza tra originale e distillato. Non so se chi ci ha lavorato si è reso conto che le pagine stavano diventando troppe e quindi ci è andato giù più pesante. Però, ecco, molti, moltissimi dettagli vengono a mancare.
Un capitolo di 4 facciate e mezza nell'originale diventa di una nel Distillato.
Potrei andare avanti a lungo a postarvi esempi come questi, perché i tagli e i collage fatti sono veramente tanti. E sì che La solitudine dei numeri primi non è un libro poi così lungo e se è diventato un bestseller vuol dire che è leggibile anche da un lettore non così abituato.Sicuramente se non conoscete il romanzo originale e non avete la possibilità di effettuare questo confronto, a livello narrativo anche il Distillato funziona e la sua lettura è sicuramente sufficiente per potersi dare un tono durante le conversazioni con gli amici (così come lo sarebbe leggersi semplicemente la trama del romanzo su wikipedia).
Poter apprezzare (o meno, per carità) lo stile di Paolo Giordano da questo distillato però, francamente, mi sembra impossibile. Così come faccio davvero fatica a capire come un autore possa accettare che qualcosa del suo romanzo venga considerato inutile e tagliato. Ok, probabilmente il fattore economico ha avuto un peso notevole, però non dovrebbe esserci un attaccamento diverso alla propria opera? Mi piacerebbe davvero sapere che cosa si prova a vedere il proprio romanzo ridotto in questo stato.
Alla luce di questo confronto lo sdegno iniziale è confermato e amplificato. Non so se questa iniziativa funzionerà, se davvero c'è qualcuno che li trova un'idea geniale e ora si metterà a leggere tutti i libri più venduti in questo formato per non perdere tempo.
Di sicuro posso dire che non è obbligatorio leggere se non se ne ha tempo o voglia. E piuttosto che leggere un libro snaturato dallo stile dell'autore, forse sarebbe meglio non leggere affatto.
E con gli amici si può sempre parlare di altro.