Di riflessioni e cucchiaiate di panna cotta

Da Silbietta @silbi_etta

Sweet - Stock Photo by ilco

Non siamo tipi che amano uscire molto, noi.
O, meglio: non disdegnamo di passare una bella serata in buona compagnia. Ma non essendo abituati a farlo, va da sé che, ad una certa ora, iniziamo a dare segni di cedimento “strutturale” (ci viene sonno, in buona sostanza).

E, nonostante i nostri sforzi di socializzare, ad esempio, non siamo riusciti ad allargare la nostra cerchia di amicizie.
Soprattutto tra i genitori dei compagni di scuola della Saruccia.

Non lo so il perchè esattamente.
Sta di fatto che andiamo praticamente a tutte le feste di compleanno (perchè la piccola di casa, nonostante sia di fatto l’ultima arrivata in una classe che si conosceva già dalla scuola materna, finora è l’unica bambina ad essere invitata ad ogni compleanno che viene festeggiato…lei è la vera anima delle feste, non c’è nulla da fare!!), chiacchieriamo amabilmente con gli altri genitori.
Ma poi, alla fine finisce li.
Boh.
Magari non siamo sufficientemente fighi, o strani, o chenesoio.

Però un’eccezione c’è.
Il papà di un amichetto di Saruccia ha legato molto con il maritozzo, così, istintivamente.
E ha organizzato un’uscita tutti insieme per una pizza.

Che noi ci siamo preparati all’evento manco fosse la prima uscita con una nuova fiamma, per dire.
(anche soprattutto perchè la nostra ultima uscita con genitori di amichetti era stata quella famosa con la coppia da urlo).

E insomma, tra una corsa e l’altra per cercare di sistemare le nostre cose, ieri sera c’è scappata questa cena.
Il luogo preposto: la pizzeria – ex locale cubano – ex mobilificio (eh si, quel posto c’ha avuto una vita assai travagliata, nel corso degli anni…) vicino casa.
Che si è rivelata essere un’ottima scelta.
Perchè, oltre a servire tante cose buone, è pure fornita di simpatica animatrice che intrattiene i pupi prima, durante e dopo la cena e permette ai genitori di conversare, ridere, scherzare e mangiare senza doversi strozzare col boccone mentre ci si guarda intorno in cerca della prole smarrita.

Insomma, una serata divertente e pure slow.
Che, una volta ogni tanto, prendersela comoda non può che fare bene, vi pare?

Insomma, dicevo:
I bambini sono stati braverrimi, hanno mangiato tutto tutto.
Poi si sono fiondati dall’animatrice e noi ci siamo rilassati.
E tra una chiacchiera e l’altra, ad un certo punto è passata la cameriera con un vassoio di dolci per il tavolo accanto.
Lei era li: la panna cotta.
Tentatrice come non poche.

Che io era una vita e mezza, o giù di li, che non l’assaggiavo.
Tra una dieta, una corsa, le uscite dimezzate perchè diciamocelo, se tua figlia dopo 20 minuti si stufa di stare al tavolo, mangiare con l’imbuto per uscire di fretta non è esattamente il mio ideale di cena perfetta….insomma, non mi era più capitato di assaggiarla.

Io e la mamma del compagno di scuola di Saruccia ci siamo guardate e: “Ma si, finiamo la serata in bellezza!!”.

Dove la bellezza credo fosse la nutella che colava dalla panna cotta.

Ecco.
Dividersi a cucchiaiate la panna cotta con la nutella è stato un modo superbo di finire una serata tanto divertente.

Perchè poi, in fondo, non è mica necessario ingozzarsi e mangiare quintali di dolci o finire da soli il barattolo della nutella, no?

Alla fine, gustarsi in compagnia una piccola parte di panna cotta, così goduriosa, non è come vivere con gusto la vita insieme agli altri?

Mi sa tanto che sto imparando ad apprezzare le cose per quello che sono, senza desiderare che siano migliori.

Dite che è l’età che avanza??

N.b. Il locale in questione, se a qualcuno andasse di provarlo, è questo qui: http://www.cottageroma.it/cottagevillage.htm

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