Questa volta FUORIdiBICI incontra un personaggio particolare: Pasquale Di Sabatino. È un pilota del Campionato FIA WTCC, serie in cui gareggia con il team Bamboo-Engineering. Ma Pasquale, abruzzese di nascita, è anche un grandissimo appassionato delle due ruote…a pedali! Per questo si è gentilmente sottoposto alle nostre domande e curiosità e abbiamo scoperto in lui tanta passione.
Ciao Pasquale, per prima cosa raccontaci un po’ la tua carriera di pilota, come hai iniziato.
«Ho iniziato la mia avventura da pilota molto piccolo….La prima volta che ho guidato un go-kart avevo solo tre anni e qualche mese,ma tutto partì per gioco. I miei genitori, così come molti altri, mi hanno spronato e fatto provare quasi tutti gli sport del mondo, ma sono stato io a voler guidare e basta. Ufficialmente ho iniziato nel mondo agonistico nel 1996, avevo 8 anni, quando ho corso per la prima volta con un go-kart, vincendo addirittura al debutto! Da allora non ho più smesso di amare il mondo dei motori (delle quattro ruote), ottenendo molti successi anche a livello internazionale.»
Quando hai guidato per la prima volta un’auto da corsa?
«Per quanto riguarda il mio passaggio alle macchine torniamo indietro a fine 2004, quando un team italiano, TomCat Racing, mi ha voluto provare a tutti i costi e così ho debuttato nel mondo delle Formule. Nel 2005 ho corso nel Campionato Italiano di Formula Renault 1.6, vincendo il titolo iridato con ben quattro gare in anticipo; voglio sottolineare che il mio compagno di squadra era Jaime Alguersuari, che ha corso fino allo scorso anno in F.1. Dal 2005 al 2011 ho gareggiato nelle Formule ottenendo molti successi e soddisfazioni, addirittura nel 2009 rischiavo di fare il podio nel Gran Premio di Montecarlo se il motore non avesse ceduto a sei tornate dal termine! Da quest’anno, invece, sono passato alle ruote coperte, non sono altro che macchine da Turismo. Il campionato si chiama FIA WTCC ed è un Campionato del Mondo. È paragonato alla Formula 1 per quanto riguarda l’ importanza! Ho fatto la scelta di passare in questo mondo perché ci sono più possibilità di essere professionista a lungo e soprattutto senza che qualche casa ti appiedi senza preavviso, come invece succede purtroppo in F1, guardiamo l’esempio di Trulli…»
Bene, dopo esserti presentato, ora parliamo della tua passione per il ciclismo. Come nasce? Lo praticavi o seguivi fin da bambino?
«Beh, sicuramente il motivo di interesse che mi ha avvicinato al ciclismo è stato il Giro d’Italia, che sin da bambino seguivo. Poi, facendo l’atleta professionista da 6/7 anni a questa parte, avevo comunque bisogno di allenarmi e allora ho detto: “perché non proviamo la bici?” e così ho scoperto, oltre che un ottimo metodo di allenamento, anche un mio grandissimo hobby. Credo che il ciclismo sia uno tra gli sport più belli, intensi e di sacrificio che esistano al mondo. Per ovvi motivi il ciclismo è un tipo di allenamento che pratico da quando inizia il campionato fino alla fine, perché la mia preparazione invernale la pratico in palestra con dei tecnici dedicati ai piloti.»
Sappiamo che ci sono piloti come Fernando Alonso e Jarno Trulli che utilizzano la bici anche in circuito, per memorizzare il tracciato o scoprire le varie insidie…ti è mai capitato?
«Sì assolutamente! Possiedo due bici, una a casa ed una che gira il mondo nei tir della squadra e che utilizzo nei circuiti. Uso una Kyklos.»
Più o meno quanti km fai durante l’anno in bici?
«Non ho mai fatto questo calcolo, ma posso dire con modestia che mi alleno da marzo a novembre con Dario Cataldo e Danilo Di Luca, per cui credo di farne abbastanza…… Ahahah. Sono loro i miei due miei testimoni, per cui chiedete a loro se non mi credete…Vado anche abbastanza forte!! Quest’anno, però, il calendario gare non mi sta lasciando molto tempo per andare in bici. Ma nel periodo di ferie, in genere ad agosto, faccio anche qualche Gran Fondo!! Due anni fa ho corso la Mari e Colli Pescaresi, 140 km di gara, 13° assoluto; ma è andata via una fuga, altrimenti avrei potuto fare meglio…»
Ci hai detto di Di Luca e Cataldo: sono questi due atleti le tue conoscenze nel ciclismo?
«Beh, loro sono due miei grandi amici, oltre che compagni di allenamenti, ma conosco molti altri professionisti, soprattutto abruzzesi: Rabottini, Taborre, Spezialetti, Fedele, i fratelli Masciarelli, Donati, Di Paolo. Spero di non aver dimenticato nessuno!»
Hai mai assistito dal vivo a corse ciclistiche? Ti piace l’atmosfera? Cosa ti affascina delle corse?
«Sì, assolutamente! Sono stato più di una volta a diverse tappe del Giro d’Italia, l’atmosfera è fantastica!!!! Poi sento ancora di più la gara quando ci sono Dario e Danilo, sembra quasi che stia correndo io….. Mi tremano le gambe. Quest’anno alla Tirreno-Adriatico addirittura ho assistito Dario dall’ammiraglia nella crono finale.»
Hai un ricordo particolare legato a una corsa?
«È difficile dirne uno in particolare, visto che sono sempre andato a vedere corse importanti con diverse emozioni. Penso che tutte le gare di ciclismo, dai giovanissimi ai professionisti, siano fantastiche. Poi quando parliamo di Giro d’Italia….ecco, se devo citare un episodio particolare, direi che mi è rimasto nel cuore il mio incontro con Marco Pantani al prologo del Giro 2001 a Montesilvano.»
C’è invece qualcosa che non ti piace nel mondo del ciclismo?
«A volte mi danno fastidio certi tifosi, che parlano ma senza una cognizione….Ovviamente sto parlando del doping. Alcuni sono bravi solo ad incolpare e dir male…..Con questo non voglio elogiare chi in passato o nel presente ha fatto o fa degli errori, ma i tifosi sono a volte maleducati…Anche se può sembrare duro dirlo. Comunque io amo il ciclismo, per cui mi piace in tutte le sue forme!!!»
Ci è parso di capire che hai una preferenza per le corse a tappe come il Giro, rispetto a quelle di un giorno.
«Sì, preferisco le corse a tappe. Peccato che nel periodo del Giro d’Italia sono sempre in pieno campionato, altrimenti farei anch’io tutte le tappe, ma da spettatore.»
E per quanto riguarda le cronometro cosa dici, visto che hai seguito di persona quella della Tirreno?
«La crono la paragono un po’ al mio sport, perché è una corsa contro il tempo e sei solo tu con il tuo mezzo, non c’è la squadra e non hai tempi di recupero.»
E secondo te si potrebbe fare un paragone tra una corsa ciclistica che ti piace e una gara automobilistica dal fascino particolare?
«Certo! Io amo la Parigi-Roubaix e la si può paragonare al Gran Premio di Montecarlo.»
Quali differenze trovi tra il mondo del ciclismo e quello dei motori, soprattutto per ciò che riguarda l’apertura verso i tifosi? Al Giro, al Tour non si paga il biglietto, mentre negli autodromi c’è più chiusura.
«Sicuramente questo dell’ ingresso è un fattore importante, ma purtroppo il mondo del motorsport è molto più costoso, per cui cercano di recuperare fondi in tutti i modi, anche se è sbagliato. Dovrebbe essere l’ente nazionale dell’evento a distribuire i biglietti gratuitamente, oppure eliminare proprio i biglietti. Invece nel ciclismo puoi fare ciò che vuoi, tranne che nei villaggi di partenza ed arrivo. Comunque credo che anche nelle auto qualcosa si muoverà, visto che con la crisi una famiglia ad esempio non spenderà mai 200€ per entrare in autodromo a vedere una gara di un’ ora e mezza, senza nemmeno poter avvicinare i piloti. Ad esempio nel WTCC danno la possibilità ai tifosi di incontrare i piloti prima e dopo la gara nel paddock! Il tutto gratis…Già questo è un modo per avvicinare il pubblico.»
Tu per lavoro viaggi tanto in giro per il mondo e così anche i ciclisti. Loro però dicono spesso che non riescono ad apprezzare i luoghi in cui vanno perché non hanno tempo, riescono a vedere pochissimo. È così anche nel tuo caso?
«Sì purtroppo. Anche se a volte non ci penso nemmeno, tanto sono sfinito dalla gara…Comunque in confronto alle città che giro di luoghi ne ho visti, ma sempre pochi. Domenica (15 aprile n.d.r.) per la prima volta andrò in Marocco per gareggiare.»
Per concludere torniamo a te: quali obiettivi ti poni in questa prima stagione di WTCC?
«Fare qualche exploit ed entrare nella top ten nella Classifica Indipendenti. Purtroppo delle gare rimanenti consco solo due tracciati, Hungaroring e Portimao, ma credo che in Ungheria potrò fare molto bene visto che ho anche vinto in passato nella World Series.»
Facciamo un grandissimo in bocca al lupo a Pasquale per il prosieguo del campionato e ci auguriamo che si mantenga sempre in forma in bicicletta!
Pasquale in azione con la vettura con cui disputa il Campionato FIA WTCC