Quando Shlomo Venezia,
scomparve il primo ottobre del 2012, era l’unico sopravvissuto in Italia, tra
una dozzina nel mondo, al Sonderkommando , la Squadra Speciale del campo di
Auschwitz- Birkenau.
Della sua tragica esperienza,
Shlomo Venezia ci ha lasciato una testimonianza preziosa, il suo libro
Sonderkommando Auschwitz, edito da Rizzoli, dalla lettura del quale si è
ispirata Firenza Guidi nella ideazione della performance interpretata da
Leonardo Lami. Arrivando a toccare, come tocca la lettura del libro, le corde
più profonde dell’anima e solleva domande senza risposta sulla crudeltà
perpetrata.
Dopo un viaggio durato undici
giorni attraverso Grecia, Jugoslavia e Austria, l’11 aprile del 1944 Shlomo
Venezia arriva all’inferno, la Judenrampe di Auschwitz-Birkenau.
Su duemilacinquecento ebrei
arrivati con il convoglio di Shlomo, trecentoventi uomini, tra cui anche il
fratello e i cugini di Shlomo; e trecentoventotto donne, compresa sua sorella
maggiore, furono immatricolati e destinati ai vari settori del campo. Per tutti
gli altri, comprese la madre e le due sorelline minori, la destinazione finale
è stata, subito, la camera a gas.
Da qui inizia la seconda vita
di Shlomo Venezia, assegnato al Sonderkommando, il Comando Speciale, il cui
compito era lo smaltimento e la cremazione dei corpi dei deportati uccisi
mediante il terribile gas Zyklon B. Fondamentalmente il lavoro consisteva
nell’eliminare le prove di quello che realmente stava accadendo. Una vera
immersione nel cuore dell’inferno, dove la malvagità imperava su tutto e su
tutti e dove non esistevano più uomini, persone, bambini, ma numeri, pezzi e
poi scarti.
La grande malvagità
dell’istituzione di queste squadre rappresentò il più grave crimine perché le
SS cercarono attraverso il Sonderkommando di scaricare, o meglio condividere,
il crimine sulle vittime stesse.
Shlomo è un sopravvissuto, e
come molti altri autori che hanno scritto le terribili, preziosissime pagine
della Memoria non c'è una vera condanna, ma nuda constatazione, scarna cronaca,
pura narrazione. I fatti vengono raccontati così come si sono svolti.
Nel cuore di chi è tornato
resta la malattia dei sopravvissuti, quella sensazione che ti paralizza non
appena si prova un po’ di gioia, quando tutto pare andare bene, e la
disperazione assale di nuovo, più forte di sempre, e la sofferenza morde, più
affamata che mai.
Magazine Viaggi
Potrebbero interessarti anche :