Ah che post difficile! Non vuole ne vuole sapere di prendere forma, sembra voglia rimanere un'anarchica accozzaglia di sensazioni che ho raccolto da lunedì fino ad ora.
Ogni tanto mi capitano questi momenti di rifiuto totale di cercare di capire, zero voglia di rielaborare.
Lascio fluire, vado a braccio, penso a ruota libera.
Sensazioni che passano e vanno. lasciano anche qualcosa, ma è un "Nonsoche" difficile da acciuffare. Scappa, quando vede avvicinarsi una parola o un aggettivo che tenta di descriverlo, se la da a gambe e si nasconde. Che poi è buffo buffo questo Nonsoche!
La sveglia è scattata ieri sera, in uno di quei modi che proprio non ti aspetti.
C'era la luce del tramonto che entrava in casa. Entrava prepotente e allora il Nonsoche ha guardato la strega appesa al muro.
E' appesa lì da sempre, forse è stata qui nel mulino ancora prima che mulino non fosse più.
Anche se, detto fra noi, questa casa rifiuta la sua nuova essenza. Si vede da come si ribella e sospira e scricchiola. La odio e la amo per questo. Per questo anche voglio lasciarla andare.
Ecco mi sono persa. Su Nonsoche, focalizzati, dai. Raccontiamo e poi andiamo per brughiere a cercare lupi mannari!
Dicevo, la strega era baciata dal sole ed era quasi bella nella sua orrenda faccia. L'ho fotografata e le ho fatto fare un giro sul web, spacciandola per me.
"Ecco mondo, il mio autoritratto!"
Non l'ho fatto credetemi per sentirmi dire che no, alla fine mica ero così brutta (Però grazie Ninuzza!! Un follower deve averci creduto perché mi ha abbandonato a gambe levate, urlando, l'attimo stesso della scoperta! Muhuhahaha, grazie caro, mi hai fatto ridere un sacco!)
Che poi lo faccio eh, di sminuirmi per sentirmi dire che alla fine così cozza non sono, ma non era questo il caso di ieri. In quella strega, o befana, come volete, ci vedevo più lo specchio dell'anima.
Barbara ha raccolto l'indizio e mi ha restituito una risposta che è stata in grado, sulle prime di farmi vergognare del brutto gesto fatto a me stessa. Poi, man mano che leggevo le sue parole, la vergogna si è stemperata nella compassione. Nella sua accezione migliore.
E' una bella sensazione, una sorta di miscuglio tra auto-assoluzione, comprensione intima, sostegno. Un po' come se in fondo non fossi io ad avere bisogno, ma un'altra persona. E ho anche promesso di non strapazzarla troppo questa nuova me ritrovata.
Grazie ancora Barbara, io e il Nonsoche andiamo a farci un giretto per i campi.