Quando mi fermo a pensare, quasi ci riesco a valutare con il dovuto distacco le nostre poche rivoluzioni intorno al Sole. Però ancora non so agire come i bambini, che una volta scesi dalla giostra se ne dimenticano per quella successiva. E sarebbe bello parlarne dell'attrazione reciproca che ci univa in un abbraccio lungo milioni di anni. Ma dovrei prima riuscire a svelare l'arcano, provare a stabilire chi di noi fosse il pianeta e chi il satellite. Chi si sentiva in alto e chi in basso. Chi ci girava intorno e chi credeva di star fermo. Chi era senza difese e chi al riparo nella sua armatura. Chi diventava romantico all'imbrunire e chi soltanto più razionale. Chi amava le luci e i colori e chi era abituato alla solitudine. Chi mostrava sempre la stessa espressione e chi manifestava le emozioni. Al momento l'unica certezza è che eravamo due piccole sfere sullo stesso percorso. Due sfere, e di tanto in tanto l'una proiettava la propria ombra sull'altra.
Roberto