Di treni e di altri tempi

Creato il 18 settembre 2012 da Luciusday
Da piccolo ciò che mi affascinava non erano tanto gli aeroporti, quanto le stazioni ferroviarie. Sarà che i miei si sono separati quando ero ancora molto giovane, fatto sta che a un certo punto mi sono ritrovato con una metà della famiglia su e l'altra giù. La stazione voleva dire questo: "eccomi, sto arrivando" oppure "che bello, partiamo assieme!", mano nella mano con mamma o papà (mai loro due assieme). Mi piaceva salire a bordo di quei serpentoni d'acciaio, non tanto per la "compagnia" che avrei potuto trovarvi a bordo, quanto per il guardare dal finestrino il mondo che mi scorreva accanto. 
In aereo salire e scendere di quota è una cosa di un attimo*: prima sei là a vedere l'altro aereo che atterra accanto a te e la torre radio, e venti secondi dopo entrambi raggiungono le dimensioni di una formica. Ti allontani, fai un po' di chilometri (tanti) in mezzo alle nuvole** e riscendi. In treno è diverso: ti lasci tutto non sotto, ma accanto; le case, i campi, il panorama si offrono a te da vicino, perché tu possa, in quella manciata di secondi che ti sono permessi, cercare in quel marasma che ti si para affianco il particolare che distinguerà quel viaggio da qualsiasi altro, e imprimertelo nella mente. 
I binari mi sembravano un po' la metafora della vita, percorsi di persone che si incontrano e viaggiano assieme per un certo periodo, si incrociano, si lasciano, passano per altre stazioni, finiscono la loro corsa. 
Le stazioni intermedie erano invece i momenti in cui "si tornava a galla": tu uscivi e la gente, fino a quel momento tranquilla e seduta sul treno, diventava frenetica, tra la sigaretta da fumare, la coincidenza da prendere, la valigia da spostare o la ragazza da salutare. E a me piaceva questo cambiamento, come mi piaceva tornare dentro il treno all'ultimo secondo, e avere per un breve momento l'assaggio di quella città a cui avevo promesso che un giorno sarei tornato.
Oggi sul treno per Francoforte c'era una mamma con un bambino. Presso una delle stazioni la porta si è aperta e il bambino è uscito, si è guardato incontro, ha lanciato un'occhiata fugace alla madre addormentata, è rientrato. Poi ha incrociato il mio sguardo divertito e ha sorriso, complice. Per un movimento d'istinto che non ricordavo di possedere, ho allungato la mano verso sedile affianco a me... ed era vuoto.
Pulchra vobis...;) LuciusDay
____________________ * Che manco le azioni del Monte dei Paschi nell'ultimo periodo arrivano a tanto. ** Penso in tutta sincerità che la Ryanair, i suoi sedili stretti e scomodi, le sue fisse col bagaglio a mano, l'assicurazione viaggio, l'sms di conferma, i posti riservati, il trolley convenzionato, l'imbarco prioritario, la carta Ryanair, il check-in online, il pullman per arrivare a quel cavolo di aereoporto in un posto dimenticato dal mondo, le tasse aggiuntive amministrative o non so di cosa e tutto il resto che cercano di propinarti abbiano contribuito ad aumentare non dico il mio astio, ma il mio "disamore" nei confronti degli aerei...

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