Ne muoiono tanti,
altri restano nella distinzione
tra questo niente e l’infanzia.
Da un angolo, come da un lungo
centro, sollevano una domanda
e tutta la città è quest’unico sacramento,
un giro di pioggia sulle dita del balcone,
o sull’erba più alta nella consegna del polline.
La bellezza torna nelle periferie,
in un bicchiere d’orzo dalle labbra agli occhi,
dagli occhi alla testa di una Minerva.
Magazine Cultura
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