Di venali astrattismi

Da Paride

L’arpa era enorme e arrivava fino cielo. La voce mi chiese a cosa avrebbe potuto servirmi e aggiunse che avrei dovuto scegliere un’altra carta che regalava qualcosa di meglio.
“No, voglio questa..cosi’ sono sicura che nessun essere umano potra’ mai suonarla”.
E’ strano giorovagare tra le corde che sembrano immensi tronchi senza rami ma che  parlano ad ogni passo e ad ogni passo pare di calpestare l’infinito.
Sono stronzate…e’ una stronzata la vita,la morte,la poesia,le mani che applaudono, stringono, pregano, una scopata, un atto dovuto, una concessione, un privilegio raro, un sogno realizzato.
I sogni realizzati sono come quei film’s visti dopo aver letto il romanzo, deludono quasi sempre..i sogni non pretendono niente e bisognerebbe rispettare la loro indole libera.
Ma no, non hai voluto.
Hai voluto trasformarmi in limitatezza  dimenticando che io sono astratta..
Adesso mi guardi  come se fossi una bugia. Hanno le gambe corte le bugìe,dicono.Per questo ancora una volta ti sbagli…io non ho gambe e nemmeno ali,non sono angelo nè sequoia,ne’tutto quello che credi di sapere di me ,sono la derisione che sfotte il mondo amandolo come nessuna serieta’ sa fare , ecco cosa sono;Ed ancora una volta tu sei qualcuno che impazzisce nel tentativo di capirmi..ed io lascio cadere una lacrima nella terra di nessuno.. perche’ tu non possa raccoglierla.
Mai.