Di viaggi, dipinti e souvenir… Lampedusa on my mind.

Creato il 11 agosto 2013 da Soniaconte

Il mondo visto dai blogs appare come un grande mosaico in cui, a volte, i tasselli non si incastrano perfettamente…

Sono giorni e giorni e giorni che mi pongo la domanda: perchè pubblicare un post che mi ha dato tanto di quel filo da torcere, se poi non incontrerà il gusto del lettore “malcapitato” che dovrà sorbirselo?

Perciò tenete bene il mouse puntato sulla X pronti a chiudere la finestra di  questa realtà, che così virtuale non è.

A voi, buona lettura.

Se volete solo la ricetta, non dovrete che scorrere fino in fondo, guardando immagini di cui non apprezzerete il significato. Sarete in pochi.

A voi, buon appetito.

La prima notizia (non buona) è che l’edizione di O’SCIA’ 2013 non si farà. Mancano i fondi.
Neppure l’incontro a Lampedusa tra il  Papa e Claudio Baglioni, ideatore della manifestazione, è servito a sottolineare l’importanza di un evento  che si basa sulla consapevolezza che niente più dell’arte è in grado di avvicinare l’uomo all’uomo e aiutarlo a cogliere il senso, le ragioni, le istanze e il valore dell’esperienza e della presenza dell’altro.

La seconda notizia, invece, è raccapricciante: ancora migranti morti nella traversata per Lampedusa…e questo genere di episodi è destinato a ripetersi…nell’indifferenza dei più.

Per questa umanità disperata a poco varrà i saluto degli isolani o’scià, che vuol dire letteralmente “mio respiro” come a poco è valso finora il buon fine di un progetto (musicale) che nasce per promuovere l’integrazione tra etnie, culture e fedi, attraverso l’incontro, lo scambio  e il dono reciproco di un inestimabile patrimonio di pensieri, parole, suoni, forme…

Quest’anno Lampedusa non ospiterà l’evento, ma continuerà ad essere terra di sbarchi. Probabilmente con la sospensione di O’SCIA’ si spegnerà un altro riflettore e ciò alimenterà altra indifferenza.

Questo post vuol essere una piccolissima fiaccola che rimarrà accesa sull’argomento, nell’attesa che si realizzi un senso di fratellanza e convivialità tra tutti gli uomini

Scriveva M.L. King:

<<Abbiamo conquistato il cielo come gli uccelli

e il mare come i pesci, ma dobbiamo imparare di nuovo

il semplice gesto di camminare sulla terra come fratelli>>

Ora vorrei proporvi l’immagine di un dipinto che mi ha affascinata a tal punto che ho voluto contattare l’artista, una pittrice ebrea, che lo ha realizzato, per chiederne una descrizione.

La mia personale interpretazione mi ha portata ad associarlo a questo post.

Il titolo del dipinto è Il viaggio, ma la mostra che lo contiene si chiama Eretz, cioè Terra (dall’ebraico èrets).

A me, appassionata di Ebraismo, trasmette l’adempimento di  una promessa

ogni viaggio –inteso anche come percorso interiore- dovrebbe portarci a destinazione.

Vi lascio gustare e interpretare l’immagine in santa pace e mi avvio verso la conclusione gastronomico-nutrizionale.

Una sottolineatura è d’obbligo: niente più del cibo parla meglio del viaggiare…un viaggio attraverso i secoli e i luoghi. Ci avete mai pensato? Non mi riferisco ai trasporti import/export ma alla reale storia del cibo, tramandata attraverso gli scambi culturali e gli incontri di etnie diverse…pensate alle spezie.

Oggi vi parlerò di Coriandolo e Cumino, perché vi dirò come preparare le Falafel, antipasto arabo di tradizione ebraica a base di ceci e spezie, appunto. Questo piatto ha viaggiato per il mondo, al seguito del popolo ebraico.

Potrete gustarlo anche a Milano o Torino, Londra e New York. Oppure prepararlo da voi.

  • Il coriandolo è fra le spezie più antiche e conosciute. E’ originario dell’Europa dell’Est ma viene coltivato in tutto il mondo. Il suo nome deriva dal greco “korios” più il suffisso “-ander” e significa “somigliante alla cimice” perché i frutti acerbi e le foglie schiacciate emanano un odore non proprio piacevole, in tutto somigliante a quello che emana una cimice schiacciata.A parte questo spiacevole particolare, il coriandolo è molto apprezzato come pianta aromatica e medicinale.I Romani la usavano come conservante, creando una mistura di semi pestati mescolati con aceto e sale.Dal 1500  l’usanza di glassarne i semi e lanciarli come buon auspicio durante i matrimoni. Da questa tradizione sono nati  i coriandoli di carta del Carnevale.I semi di coriandolo contengono  olio essenziale, fellandrene, acetato di linalile, pinene, cimene, limonene, canfene,vitamina C, acido caffeico, mucillagini, flavonoidi, zuccheri, proteine e hanno proprietà digestive e antisettiche; riducono le fermentazioni intestinali e le coliche. Aggiunti all’acqua dei pediluvi hanno un effetto rilassante e sgonfiante.
  • Il cumino è una pianta aromatica biennale appartenente alla famiglia delle Ombrellifere, originario dell’Egitto e dell’Asia.Viene coltivato ed esportato principalmente dall’India, dalla Siria, Turchia, Marocco. I semi sono allungati e leggermente appiattiti , di colore bruno giallastro e caratterizzati da un tipico odore molto penetrante. Sono ricchi di ferro, calcio e potassio. Contengono fino al 2 – 3% di oli essenziali composti da cuminolo, cimene, terpeni e alcool cuminico. Il cumino ha proprietà digestive.Efficace in caso di meteorismo, coliche, stati di debolezza ed inappetenza, in quanto stimola l’appetito.Sapore amarognolo, odore intenso e dolciastro. E’ molto usato nella cucina indiana e nordafricana, in piatti a base di pollo e verdure. E’ uno degli ingredienti tipici del curry. Si usa per aromatizzare alcuni tipi di pane in Francia e Turchia, nonché insaccati e preparati di carne, specialmente in Nord ed Est Europa.

FALAFEL

Questa  ricetta è il “souvenir” che una mia cara amica mi ha regalato di ritorno dal Medio Oriente…

Ingredienti:
- 400 grammi di ceci secchi
- 1 cipolla bianca
- 2 spicchi d’aglio
- 1 cucchiaino di cumino in polvere
- 1 cucchiaino di coriandolo in polvere
- 1 mazzo di prezzemolo
- 2 cucchiai di farina
- olio di semi per friggere

Procedimento:

Lasciate i ceci in ammollo per una notte, quindi sbucciateli e metteteli in un mixer. Aggiungete cipolla, aglio e prezzemolo finemente tritati, il cumino e il coriandolo. Frullate fino a quando otterrete un composto morbido ed omogeneo.

A questo punto aggiungete anche la farina.
Mentre l’olio arriva a temperatura, formate delle piccole polpettine, che friggerete fino alla doratura oppure in forno. Potreste anche schiacciarle, come queste nella foto.
Sgocciolate su carta gialla e servite subito calde.

Buon Appetito.

Baci



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