Ci sono tanti che hanno sempre la stessa maschera, e quando
gliela si vuole strappare ci si accorge che è il loro volto.
(Elias Canetti)
La cosa assume particolare importanza nel caso, non remoto, che i Comuni debbano subentrare alla cooperativa nella gestione di questo ramo di attività aziendale. La determinazione dei canoni e, come vedremo il recupero delle spese, presentano carenze gestionali ed amministrative che riducono sensibilmente il bilancio economico di questa attività.
Riguardo ai canoni di godimento e di spese (indicate come "corrisposte") i minori introiti stabiliti nella misura di Euro 244.706,00 rispetto a quelli che si sarebbero determinati (a regime), questo per il solo 2013, analoga la cifra per il 2014. In termini generali si afferma nella relazione che la “Coop Di Vittorio nel 2011 applicava corrisposte (…) sensibilmente inferiori a quelle mediamente applicate su base regionale (…). Le corrisposte pagate dai Soci della Cooperativa Di Vittorio sono sistematicamente inferiori a quelle indicate dalla Legge 431/98. Il divario, pari al 20% ca. per gli immobili di recente costruzione, si accentua con l’aumentare dell’anzianità raggiungendo addirittura il 60%. L’anzianità media ponderata degli immobili in uso permanente è pari a 21 anni”. Per notizia segnaliamo che nell'arco temporale di riferimento (2008-2013) la cooperativa ha richiesto ai soci assegnatari il pagamento di canoni di godimento e di spese (ovvero corrisposte) della seguente entità:
Un secondo aspetto riguarda il recupero delle spese di gestione a carico degli assegnatari. A questo riguardo il rilievo formulato è che la cooperativa non ha nel tempo recuperato per intero dagli assegnatari i costi di gestione degli alloggi di competenza dei medesimi. Il mancato recupero delle spese di gestione degli alloggi dagli assegnatari ha dunque inciso sull'aggravamento del dissesto in modo significativo (1.123.176,66 euro) nei sei anni presi in esame dal Commissario Giudiziale come vediamo da questa tabella:
Per concludere, si va ripetendo sulla stampa il ritornello: "è stata risolta l’emergenza più grossa, quella della casa, per chi abita nei 485 alloggi dell’indivisa", questa emergenza di fatto non è mai stata seriamente in discussione. La decenza dice che nessuno può dichiararsi salvatore della patria quando la patria non è in gioco, ma lo è la sua credibilità. Pur dovendo la componente degli assegnatari essere tutelata non si capisce perché con altrettanta sicurezza non si afferma la tutela dei soci prestatori e, per altro verso, i cittadini. Alla prossima.