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Di vittorio: chi ha sbadigliato paghi

Creato il 14 gennaio 2015 da Bernardrieux @pierrebarilli1

DI VITTORIO: CHI HA SBADIGLIATO PAGHIMa dabòn? Sulla Di Vittorio siamo alla farsa che s'è tramutata in tragedia <<Chi ha sbagliato paghi>>, titola la Gazzetta di Parma oggi in edicola a cappello di un articolo, anzi di <<una nota del Pd attraverso il proprio segretario Marco Gallicani>> che, sentite questa, propone <<Cinque ragionamenti>>. A proposito, Marco Gallicani al tempo dove era? Non è che qualcosina ha sbagliato pure lui? Ad esempio le date; <<il problema è serio e c’è gente che sta seriamente subendo grosse ripercussioni sulla sua vita reale per colpa di quel che è successo. Ma non adesso, negli ultimi 10 anni. >> scriveva sempre Gallicani qualche mese fa, ma, evidentemente a qualcuno sono fischiate le orecchie e oggi invece scrive di <<degenerazione post 2008>>: già ma lui è avanti <<stiamo lavorando per il futuro>> annuncia, e sapete come? Semplice, <<costruendo una serie di incontri con i consiglieri regionale eletti a Parma>>, Sorbole! Sai che sforzo, è la solita illusione-presa per i fondelli da vendere ai soci prestatori per tenerseli buoni. Ma chi vuole prendere in giro? Nella cruda realtà, siamo al punto che la sua Giunta comunale non si fida dei propri dirigenti e si affida a un consulente esterno per acquisire un parere sul fallimento della cooperativa Di Vittorio.
Parere inutile, sia chiaro, quello richiesto, ma indicatore dell'incertezza che sta montando sulla questione.
Ma andiamo con ordine.
Sta circolando in queste ore sui blog locali un documento, palesemente irrituale, con 5 firme assessorili (manca quella del sindaco Massari) con il quale i firmatari chiedono una relazione agli uffici comunali competenti sullo stato dei rapporti in essere tra Comune e gruppo Di Vittorio; nello stesso documento si chiede l’acquisizione di un parere legale pro veritate “ai fini della miglior tutela dell’interesse pubblico, con particolare riferimento alla situazione determinatasi per gli edifici costruiti in proprietà indivisa”.
Non serve un luminare o un ordinario di diritto amministrativo per accorgersi che quel documento pubblicato sui blog, che ambirebbe ad essere denominato "atto deliberativo" è carente di alcuni elementi essenziali che lo rendono, perlomeno, viziato da alcune irregolarità che raramente si riscontrato in atti giuntali. Tra le altre, l’assenza dell’intervento del Segretario comunale nel documento è di tutta evidenza.
Sul piano civilistico, quindi privato, le dichiarazioni potrebbero impegnare i sottoscrittori a titolo personale, a condizione di sanare alcuni vizi di cui l’atto è attualmente affetto e di considerarsi solidalmente obbligati per il pagamento delle prestazioni professionali richieste. Ma tant’è.
Tralasciando i vizi dell’atto amministrativo che, peraltro, il sindaco Massari dovrebbe convalidare aggiungendo la sua volontà in presenza del Segretario comunale, ciò che stupisce è il contenuto del documento nella parte in cui i sottoscrittori promuovono l’individuazione di un consulente legale al quale affidare un quesito attinente la miglior tutela dell’interesse pubblico da assumersi da parte del comune, con particolare riferimento alla situazione determinatasi per gli edifici costruiti in proprietà indivisa.
Il quesito, così come formalizzato, è inutile perché sul quel punto si è già espresso il Tribunale di Parma, come prontamente confermato in un comunicato dei curatori e pubblicato sulla stampa la scorsa settimana: “Preso atto della rilevanza che la stampa locale ha attribuito alla sentenza dichiarativa di fallimento della società cooperativa "Di Vittorio", i curatori ritengono opportuno informare tutti gli interessati, ed in particolare gli assegnatari degli alloggi della cosiddetta "proprietà indivisa", che il Tribunale di Parma, con la sentenza di fallimento, ha altresì disposto l'esercizio provvisorio dell'attività, con ciò significando che la cooperativa proseguirà nella gestione anche della proprietà indivisa, sotto la direzione degli organi della procedura”.
Cosa dovrebbe aggiungere il consulente esterno?
Potrebbe aggiungere che il provvedimento del Tribunale antepone all’azione revocatoria fallimentare il diritto di chi possiede i requisiti per diventare assegnatario di un alloggio ERP. Diversamente, acquisendo gli immobili alla massa fallimentare, si autorizzerebbe la vendita all’incanto degli alloggi senza limiti di prezzo a chiunque e non a soggetti con specifici requisiti soggettivi.
Ma questa è storia consolidata dagli anni novanta che si reperisce consultando un qualsiasi motore di ricerca, senza scomodare un carneluttiano del terzo millennio.
Si ripete, stupisce l’atteggiamento di chi propone l’esternalizzazione di un parere di tale natura perché implicitamente ammette che al suo interno il comune di Fidenza non ha specifiche specializzazioni in materia urbanistica; senza considerare il contributo professionale che può offrire al caso il Segretario comunale.
L’unico elemento di interesse nella vicenda è la relazione richiesta ai competenti uffici tecnici, cioè ai funzionari che nel tempo sono stati autorizzati alla sottoscrizione delle convenzioni con la Di Vittorio e alla loro gestione (vigilanza compresa).
Quindi?
Per salvaguardare tutti quelli che hanno sottoscritto un preliminare o un rogito negli ultimi tempi, che fare?
La risposta principale l'ha già scritta il Tribunale.
Quella accessoria, si trova nei documenti conservati negli uffici comunali.
(continua)(cp Armando Altrecose)
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