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Diablo III: Reaper of Souls – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 03/04/2014

Cover Diablo III: Reaper of Souls

PC Pegi 16 TESTATO SU
PC

Genere: Hack'n Slash

Sviluppatore: Blizzard

Produttore:

Distributore: Activision Blizzard

Lingua: Italiano

Giocatori: 4

Data di uscita: 25/03/2014

Diablo III: Reaper of Souls – Recensione PC

EUR 37,61

VISITA LA SCHEDA DI Diablo III: Reaper of Souls

Pro-1Tutte le meccaniche migliorate Contro-1Solo un personaggio nuovo

Pro-2Niente più casa d'aste Contro-2Le nuove location sono pochine

Pro-3Longevità alle stelle

Il lancio di Diablo III fu tutt’altro che perfetto. Inutile girarci attorno, due anni fa quando il famosissimo gioco Blizzard finalmente sbarcò sui nostri PC una serie di problematiche non trascurabili e decisioni poco condivisibili rovinarono il divertimento di numerosissimi giocatori. Nonostante gli errori di connessione, l’impossibilità di personalizzare i personaggi ed il loot system volutamente confusionario, Diablo III fu un successo planetario in grado di rilanciare un genere che pareva essere definitivamente scomparso dal mercato. Indipendentemente dai dati di vendita stellari, le varie meccaniche rotte rischiavano rovinare la longevità del famosissimo hack & slash, fortunatamente i creatori ascoltarono le critiche che gli vennero rivolte e sulla base dei feed dei giocatori iniziarono ad operare modifiche, aggiungendo e togliendo pezzi, fino a restituirci un gioco decisamente diverso da quello presentato al lancio ed allo stesso tempo decisamente migliore.

Quando i creatori di Irvine iniziarono la progettazione di questo attesissimo titolo non avevano in mente un gioco che si esaurisse in poche run, il loro scopo era quello di sviluppare un end game in grado di tenere i giocatori incollati per il tempo più lungo possibile. Le soluzioni che adottarono destarono più di una polemica, tutto era troppo legato all’asta con soldi reali, la cui diretta conseguenza era una netta distinzione tra i giocatori in grado di pagare per l’equipaggiamento e tra chi non poteva. Pochi giorni fa finalmente è uscita la prima attesissima espansione che, insieme ad una campagna di sostanziose patch, si appresta ad aggiungere linfa vitale alle avventure su Sanctuarium grazie alle numerose modifiche, l’eliminazione della casa d’aste, con un loot system decisamente migliorato e tante altre aggiunte. Vediamo insieme se vale la pena tornare ad affrontare le malefiche armate di Diablo o se ci troviamo davanti solo ad un costoso DLC.

Diablo-III-Reaper-of-Souls

TREMATE ARMATE DELLE TENEBRE

Come dicevamo poco sopra, il gioco nell’ultimo periodo è stato oggetto di numerose patch che hanno modificato radicalmente alcuni aspetti del gioco. Tali aggiornamenti sono gratuiti e disponibili per tutti indipendentemente dall’acquisto di Reaper of Soul, in questa recensione parleremo del gioco allo stato attuale includendo tutte le  patch, pur non legate espressamente al disco.

Uccisi Diablo e tutta la sua abbietta armata, i nostri intrepidi eroi speravano di potersi godere almeno una mezza giornata di vacanza prima di poter ricominciare a tirare fendenti come non ci fosse un domani. Ovviamente non è cosi, su Sanctuarium non esiste un sindacato per gli eroi ed una nuova devastante minaccia li obbliga a tornare immediatamente sul campo di battaglia a sfidare mostri ancora più pericolosi di quelli che abbiamo conosciuto fino a oggi. Questa volta, a minacciare i placidi umani, non sarà il demonio o uno dei suoi tanti fratelli, la sciagura arriverà per mano di Malthael, originariamente l’arcangelo della saggezza, ora nelle vesti ben più divertenti dell’angelo della morte. Il buon Malthael grazie un fantasioso progetto è deciso a portare sulla Terra morte e devastazione, toccherà a noi, richiamati da Tyrael, fermare l’opera di distruzione dell’arcangelo eliminando ogni demonio che avrà la sfortuna di incrociare la nostra strada. La trama come avrete intuito non è un aspetto particolarmente curato, cosa che poco ci tange visto che nessuno giocherebbe a Diablo per i personaggi o l’intreccio narrativo. Il flebile pretesto che ci offre Blizzard con il filmato introduttivo ci basta e ci  avanza per convincerci a tornare su Sanctuarium, esplorare tutto il nuovo atto ed insegnare a Malthael l’umiltà, usando la nostra mazza ferrata. L’atto cinque si presenta decisamente più oscuro e vicino agli altri capitoli di Diablo rispetto ai livelli del gioco versione “Vanilla“, le ambientazioni non riescono a stupire più di tanto e più o meno le location degli scontri sono quelle che uno si aspetta da un gioco del genere, la giungla di Diablo II è un lontano ricordo. Nonostante questo, il set cromatico ricco di colori freddi e la mancanza di molti punti luce aiuta non poco i giocatori ad immedesimarsi nei nuovi dungeon, facendo riaffiorare in tutti i giocatori storici della saga quella sintonia che effettivamente nell’ultimo capitolo mancava. I lunghi sotterranei popolati da creature abbiette sono più cupi e staccano da quelli giocati fino ad adesso, portando gli eroi in una dimensione dove il pericolo pare essere molto più imminente. La nuova campagna non brilla particolarmente per longevità visto che in circa sei ore dovreste riuscire ad arrivare ai titoli di coda, come da sempre accade però l’epilogo segna l’apertura di un end game decisamente più longevo. Ad aumentare la rigiocabilità ci pensano le numerose patch ed i contenuti inediti come il cap dei nostri personaggi, alzato dal livello sessanta al settanta, un nuovo e migliore sistema di loot (bottino), la trasformazione dei punti “Paragon”, l’attesissimo personaggio inedito da giocare ed il nuovo Adventure Mode creato per dare nuova vita alle mappe di Diablo III base che conosciamo a menadito. Una volta completato il gioco, Tyrael vi darà missioni che vi porteranno in giro per tutti e cinque gli atti a svolgere compiti facoltativi, generati in maniera casuale ogni volta che accederete a questa modalità. Gli incarichi che vi verranno assegnati sono sempre più o meno standard nella logica di un hack & slash, quello che si verrà a modificare sono sostanzialmente i dungeon generati casualmente ed i boss che incontrerete. A meno di non avere proprio un odio per le location che già conoscete, questa modalità porta una notevole spinta a continuare a giocare e ad esplorare più e più volte le mappe alla ricerca di tutti gli avvenimenti, soprattutto in compagnia di un amico. Una volta completati le varie quest otterrete oro, esperienza, pezzi di equipaggiamento estremamente utili, ma soprattutto delle chiavi del varco, item necessari per accedere ai Varchi di Nefilim, aree bonus in cui potrete scontrarvi con boss ancora più potenti. La casualità è un elemento centrale del nuovo Diablo III e della sua espansione, in qualunque modalità giochiate una serie di eventi random si verificherà o verranno innescati dalle vostre azioni, aggiungendo quel fattore di imprevedibilità che fa sempre piacere.

Il nuovo set di nemici ed i nuovi boss arrivano insieme alla novità più attesa dell’espansione la classe del Crociato. Un po’ Tank ed un po’ Healer, il Crociato ricorda il paladino di Diablo II, ma il suo stile di gioco è totalmente differente. Armato di un enorme scudo, la sua arma principale e di una mazza ferrata come nel più classico immaginario fantasy, il nostro nuovo sterminatore di demoni scende in campo portando con sé un’armatura pesante utile a resistere ad una quantità non indifferente di colpi, oltre ad un set di abilità tali da renderlo estremamente versatile. La sua capacità di assorbire colpi si unisce alla possibilità di piazzarne su media distanza con lo scudo da lancio e con i suoi poteri divini, sarà inoltre in grado di attirare l’ira dei nemici e di usufruire di numerosi potenziamenti su se stesso, così come di auree utili per curare e potenziare gli alleati. Il crociato si integra bene allo stile di gioco degli altri personaggi già presenti e si può utilizzare sia in prima fila, da Tank, sia come Support o come puro DPS, a seconda della build con cui decideremo di equipaggiarlo; grazie alle sue elevatissime capacità difensive ed i buff che può applicare, il nuovo eroe sarà la scelta principale di molti nuovi giocatori intenzionati a provare le difficoltà più elevate, ma non ancora sufficientemente esperti per utilizzare i personaggi più difficili da padroneggiare.

CHE BELLE SCARPE CHE HAI

Il nuovo sistema di bottino, ribattezzato Loot 2.0, e l’eliminazione della casa d’aste hanno un duplice scopo, quello di resettare il livello dei giocatori – dopo venti minuti con l’espansione avrete un equipaggiamento migliore di quello farmato negli ultimi due anni – e di annullare la deriva economica che Diablo III aveva preso. La casa d’aste coi soldi reali non aveva senso, capiamo le ragioni e siamo consci del mercato parallelo di oggetti che ha accompagnato Diablo II per tutto il suo periodo vitale, però con  questa scelta Blizzard creò un male peggiore della compravendita di item su eBay ed inevitabilmente rovinò l’end game del gioco in versione base. Nel microcosmo di Diablo III il mercato deregolamentato si è comportato in maniera analoga a quanto accade nel mondo reale, con giocatori con anni di esperienza che avevano raggiunto una quantità di denaro di gioco praticamente infinita, cosa che portava a gonfiare a dismisura il prezzo di ogni oggetto e che escludeva quasi tutti i nuovi giocatori. La situazione però era ben peggiore sul lato “real money” perché, anche chi aveva accumulato risorse fin dal primo giorno della release, delle sue monete non sapeva che farsene visto che quasi tutti gli oggetti veramente rari erano a disposizione solo di chi usava la carta di credito, pagando con soldi reali. In queste condizioni erano arrivati una serie di giocatori interessati unicamente al trading di oggetti da rivendere a chi investiva soldi reali, che in pochissimo tempo potevano ottenere l’equipaggiamento dei sogni, mentre chi non voleva o non poteva usare euro era relegato ad infinite sessioni di farming – per larga parte inutile – per ottenere un oggetto alla volta. Tale situazione è parzialmente presente su World of Warcraft, però nel famosissimo MMORPG il mercato è regolamentato dal sistema di scelta del server che limita la possibilità di scambio, dalle gilde che possono aiutare i giocatori a procurarsi gli oggetti più rari e soprattutto da un maggiore divertimento nel recuperare i pezzi epici del proprio equipaggiamento. Naturalmente, un giocatore che non voleva spendere poteva giocare tranquillamente a livelli di difficoltà più bassi, però il confronto con l’equipaggiamento di chi i soldi li usava era talmente impietoso da allontanare non pochi giocatori.

Blizzard ha capito l’errore in tempo limite, prima di veder morire tutta la community, e ha deciso di abolire questa tremenda feature inserendo un nuovo sistema di bottino decisamente meno frustrante. Ad oggi, in campo di battaglia i mostri lasceranno meno oggetti, ma di una qualità superiore e soprattutto adatti al vostro personaggio, cosa che toglierà un bel po’ di frustrazione all’esperienza di gioco. Armi ed armature avranno caratteristiche primarie e secondarie; nel primo gruppo vanno destrezza, forza e così via, mentre nel secondo tutti i bonus che non influenzano le statistiche del personaggio. Le modifiche sono veramente tante, come la certezza di ottenere un oggetto leggendario dai boss, se siete al di sotto del livello 60, la modifica delle richieste delle ricette e molte altre cose che complessivamente rendono Diablo III molto più divertente rispetto a quanto lo sia stato fino a poco fa. Altro aspetto estremamente importante legato agli item è l’azzeramento di tutte quelle build sbilanciate che portavano tutti i giocatori esperti a vestirsi allo stesso modo: oggi abbiamo un sistema estremamente più equilibrato che permette ai giocatori molto più spazio e di perdersi nel theorycrafting. Allo stesso tempo, Blizzard non voleva bloccare totalmente gli scambi di oggetti tra i giocatori, infatti i personaggi impegnati nelle partite multiplayer possono scambiare fra di loro gli oggetti leggendari ed appartenenti a completi entro le due ore successive al ritrovamento; passato questo lasso di tempo saranno vincolati all’account. Insieme a questa regola è stata aggiunta l’impossibilità di far passare oro da un giocatore all’altro.

I punti Paragon (o eccellenza) arrivano per sopperire a quella impossibilità di personalizzare le statistiche del nostro personaggio che tanto fece arrabbiare i giocatori all’uscita di Diablo III. Una volta raggiunto il livello massimo per il nostro personaggio inizieremo a raccogliere questi tipi di punti che potremo spendere in quattro diverse categorie: primarie, offensive, difensive e d’avventura. Non c’è limite al numero di livelli paragon che si possono ottenere, inoltre questi sono legati all’account con la sola distinzione tra i personaggi Hardcore e quelli Normali, vale a dire che una volta ottenuto un livello eccellenza con il vostro eroe principale li avrete disponibili anche per tutti gli altri. Graficamente Diablo III: Reaper of Souls non si discosta molto da quanto visto nell’edizione standard, sono presenti alcuni nuovi giochi di luce e nuovi effetti grafici che vanno a sottolineare la potenza di ogni nostro colpo, pur presentandosi con una chiara direzione stilistica non si discosta molto da quanto abbiamo visto due anni fa e ora come allora il gioco Blizzard non impressiona per la quantità di poligoni portati sullo schermo. Diablo III era e resta un gioco espressamente progettato per funzionare sulla più larga scala di PC possibile, con tutti i pro ed i contro che questa scelta comporta. Dal punto di vista sonoro la serie di tracce accompagnano bene le nostre avventure, ma non sono incisive, né particolarmente epiche: i tempi della chitarra di Matt Uelmen in Diablo II e delle sue immortali canzoni paiono un lontano ricordo.

Diablo III: Reaper of Souls – Recensione IN CONCLUSIONE
Diablo III: Reaper of Souls prende tutto quello che non andava nel gioco base e lo trasforma in qualcosa di decisamente migliore, allo stesso tempo agisce anche su tutto quello che andava bene per renderlo più divertente. Il nuovo prodotto Blizzard è quello che tutti i fan chiedevano e che non hanno ottenuto due anni fa. L'unica critica che si può rivolgere a questa espansione è la presenza di un solo eroe aggiuntivo e delle poche location nuove, nonostante questo la nuova modalità introdotta e i livelli Tormento sono in grado di portare la longevità a livelli incredibilmente più alti rispetto alla concorrenza. Se avete amato Diablo III la modalità Avventura vi farà impazzire, allo stesso tempo se siete vecchi giocatori che hanno abbandonato Sanctuarium, scontenti dalle meccaniche sbilanciate della versione di lancio, scaricate le patch gratuite e vi ritroverete un gioco decisamente superiore di quello che avete lasciato. A meno di non avere un odio viscerale per il genere, Diablo III: Reaper of Souls è un gioco da provare. ZVOTO 9
Voto dei lettori9
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