Desiderare di essere. E non essere.
Quando il freddo dell’autunno cala su di me, ha sempre riflessi di tristezza. Le parole tendono a scivolare via, lontane, ovattate da sentimenti che non si riescono a descrivere. Sentire che qualcosa manca, sentire di aver bisogno di un abbraccio; ma sentire che tutto ciò che si sente è indeterminato, come questo cielo scarso di vita, greve di preoccupazioni: questo è il peso dell’esistenza, quel peso che non è possibile togliersi di dosso e che rimane, anche se non lo si vuole; quel peso che fa intorpidire le speranze, assottigliare le ore; che fa percepire che il tempo non darà reazione e che nulla cambierà…
Il pendolo della vita si ferma, non toccherà mai la felicità; l’unica oscillazione possibile è tra la noia e l’abbandono; di sofferenza ne ho già piene le tasche, el bisacce o ogni cosa.
Desiderare di non essere. E essere. Questo è il diadema
che corona il mio grigiore.