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Diaghilev and the Golden Age of the Ballets Russes, 1909 – 1929

Creato il 12 novembre 2010 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra

Diaghilev and the Golden Age of the Ballets Russes, 1909 – 1929

Serge Diaghilev

Nell’agosto del 1929 l’impresario Sergei (Serge) Pavlovich Diaghilev (1872 –1929) muore povero ed esausto al Grand Hotel di Venezia.  E per uno che una volta disse ‘non si può vivere, si può solo essere’, Diaghilev visse la sua vita con sorprendente intensità. Nato in Russia nel 1872 da una famiglia aristocratica di Novgorod, studia legge all’università prima di dedicarsi alla pittura, al canto e alla musica. Diventato critico d’arte, fonda con gli amici Leon Bakst e Alexandre Benois la rivista d’avanguardia Il mondo dell’arte.Affascinato dal balletto, che nella cultura russa occupa un ruolo di grande rilievo- Diaghilev si imbarca nell’avventura che diventerà la sua ragione di vita. Avventura sapientemente raccontata da questa nuova mostra del V&A. Circa trecento oggetti -scenari teatrali di Braque, costumi originali disegnati dal genio di Picasso, De Chirico e Matisse, poster e filmati d’epoca- cronologicamente organizzati lungo tre sale esplorano la storia della compagnia, i suoi eroi e le sue tematiche.
 Affascinato dal balletto, che nella cultura russa occupa un ruolo di grande rilievo- Diaghilev si imbarca nell’avventura che diventerà la sua ragione di vita. Avventura sapientemente raccontata da questa nuova mostra del V&A. Circa trecento oggetti -scenari teatrali di Braque, costumi originali disegnati dal genio di Picasso, De Chirico e Matisse, poster e filmati d’epoca- cronologicamente organizzati lungo tre sale esplorano la storia della compagnia, i suoi eroi e le sue tematiche. Universalmente riconosciuta come la più entusiasmante compagnia di danza del XX secolo, la troupe dei Balletti Russi trasforma per sempre la percezione europea in fatto di musica, colore e movimento con la sua luminosca combinazione di esotismo e sensualità. E non solo. Diaghilev reinventa la sua compagnia come piattaforma di lancio per le avanguardie artistiche collaborando con artisti come Derain, Cocteau e Matisse e lanciando la carriera di musicisti come Stravinskij e Prokofiev. Nascono capolavori come Scheherazade che unisce la musica di Rimsky-Korsakov, il virtuosismo del danzatore Vaslav Nijinsky e i disegni di Léon Bakst, e Parade che vede all’opera i geni di Eric Satie, Cocteau e Picasso. E di quest’ultimo il V&A si è assicurato la presenza del monumentale sipario de Le Train Bleu, disegnato dallo spagnolo nel 1924 e da lui formalmente dedicato a Diaghilev. Sarà il sipario ufficiale dei Balletti Russi per gli anni a venire. E se le dimensioni sono sorprendenti, ancora di più lo sono i segni dell’usura, le pieghe sulla sua superficie. Un testamento alla durezza della peripatetica esistenza di Diaghilev e della sua troupe durante i vent’anni della loro esistenza. 

Diaghilev and the Golden Age of the Ballets Russes, 1909 – 1929

Sipario per Le Train bleu da un dipinto di Pablo Picasso-1924  

Ma la rovina è alle porte. La Prima Guerra Mondiale (1914-18) quasi distrugge la compagnia che si trova tagliata fuori dai grandi circuiti di Londra, Parigi, Berlino e Montecarlo. In soli quattro anni, Diaghilev e Stravinsky si traformano da rispettabili cittadini dell’Impero Russo in nemici della Patria, esiliati e in fuga da una Russia distrutta dalla rivoluzione Bolscevica. Ma non tutto il male viene per nuocere. E i devastanti anni della Guerra vedono l’entrata in scena dei modernisti russi Natalia Goncharova, Mikhail Larionov e Naum Gabo  e la collaborazione con i Futuristi italiani di Marinetti.Logore scarpette da ballo, il manoscritto de L’uccello di Fuoco di Stravinsky pieno di ripensamenti e di cancellazioni, e le poche cose possedute da Diaghilev – la sua cappa da viaggio, l’inseparabile cappello a cilindro e i binocoli con cui ha osservato i trionfi (e gli occasionali disastri) della sua compagnia: è il potere evocativo dei piccoli oggeti quotidiani che cattura l’immaginazione e ricorda il duro lavoro dietro la leggenda dei Balletti Russi.A dimostrare che la leggenda di Diaghilev ancora oggi è un miracolo che cattura l’immaginazione.
dal 25 settembre al 9 gennaio 2011. Diaghilev and the Golden Age of the Ballets Russes, 1909 – 1929Victoria and Albert Museum, Cromwell Road, London, SW7 2RL, UK Orario di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle-17.45; Venerdì dalle 10 alle-22.00 (una selezione di gallerie aperte dopo le 18.00). Ingresso: intero £10

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