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Dialoghi: a proposito del verbo "dire" e simili

Da Anima Di Carta
Dialoghi: proposito verbo Il verbo "dire" è per molti scrittori un vero cruccio, tanto che si affannano a trovare modi per sostituirlo o arzigogolati modi per evitarlo. Anche io ho attraversato una fase simile, prima di rendermi conto che nei dialoghi piuttosto che demonizzare il verbo "dire" bisogna solo usare qualche accortezza.
Chi parla?
Il verbo dire e tutte le sue varianti si usa in un dialogo per specificare chi sta parlando. Prima di tutto quindi, quando scriviamo un dialogo, dovremmo chiederci se c'è bisogno di chiarire "chi dice cosa".
– Io e te dobbiamo parlare – disse lei.
– Non ora! Non lo vedi che sono occupato? – disse lui.
Se questo breve scambio di parole avviene in un luogo dove ci sono solo lui e lei, non sarà necessario ripetere ogni volta chi sta parlando. Lo si può fare all'inizio, continuare a specificarlo renderebbe solo il dialogo pesante da leggere.
Inoltre, la convenzione di andare a capo dopo che il personaggio ha parlato aiuta di per sé il lettore a capire quando si passa da una persona a un'altra in una conversazione. Ho trovato anche romanzi in cui questa regola non veniva rispettata e il dialogo era su un unico paragrafo, ma la lettura era ovviamente molto più difficoltosa, con il rischio di generare confusione.
Un altro espediente per rendere noto chi parla ed evitare l'eccesivo uso del verbo dire può essere quello di chiamare per nome un personaggio.
Usare altri verbi di attribuzione
La seconda cosa da chiedersi è se il verbo dire è il più appropriato. Nel banale confronto che mi sono inventata sopra, quei "disse" non comunicano granché, se non "chi dice cosa". In base al contesto, dunque potremmo sostituirli con termini più appropriati, senza andare naturalmente a pescare parole bizzarre o sinonimi che costringono il lettore a prendere il vocabolario (o a lanciare il libro dalla finestra).
Alcuni esempi:
affermare - dichiarare - esclamare sottolineano la forza con cui viene detta la frase.
chiedere - domandare chiariscono che si tratta di una domanda (ma ce n'è proprio bisogno? forse è il caso di usarli sono per specificare chi parla)
ribadire - ripetere - replicare - obiettare - puntualizzare - spiegare - concludere  si possono usare per specificare meglio la natura della frase detta.
aggiungere - continuare - proseguire si possono adoperare quando c'è una pausa nel discorso e c'è bisogno di chiarire chi sta riprendendo a parlare.
interrompere è utile quando uno dei dialoganti interrompe l'altro.
Naturalmente questi sono solo esempi. Trovate un elenco anche in questo post di Lucia Donati: Tra "dire" e "fare".
Molti verbi sinonimi di "dire" però informano solo su chi sta parlando, ma dicono poco al lettore sullo scambio tra le due persone.
Oltre alla banalità, poi, si può anche correre il rischio opposto, quello di usare termini troppo pomposi ed esagerati rispetto al contesto.
Sottolineare il tono o lo stato d'animo
Al semplice "disse" o ai suoi sostituti possiamo abbinare moltissime altre parole per trasmettere in modo più immediato il tono di chi sta parlando.
– Io e te dobbiamo parlare – annunciò lei in tono duro.
– Non ora! - replicò lui infastidito. – Non lo vedi che sono occupato?
Oppure possiamo usare un verbo che esprima senza ombra di dubbio il tono di chi parla.
Per esempio:
gridare - urlare - mormorare - sussurrare - borbottare     
Ancora meglio è quando usiamo intere frasi di attribuzione per arricchire il dialogo e far vedere al lettore in modo immediato cosa sta accadendo tra le persone.
Adrebbero evitati (o almeno ridotti al minimo) gli avverbi, che come sappiamo appesantiscono molto il testo.
Chiarire chi parla attraverso l'azione e i gesti

Per chiarire chi sta parlando si può anche usare un gesto o un'azione prima del parlato. Questo è uno dei modi che preferisco perché lascia al dialogo tutta l'immediatezza che ci si aspetta da un confronto tra persone, senza generare dubbi su chi parla.
Lei entrò nella stanza sbattendo la porta dietro di sé. – Io e te dobbiamo parlare.
– Non ora! – sbottò lui, senza distogliere lo sguardo dal giornale. – Non lo vedi che sono occupato?
Inoltre, i modi di fare dicono molto di una persona e completano la scena, visto che il lettore non la vede con i suoi occhi.
Rallentare o velocizzare il dialogo
L'uso di "disse" e dei suoi simili rallenta molto il dialogo, quindi se vogliamo dare un ritmo sostenuto a un confronto (soprattutto se è uno scontro!) è meglio chiarire all'inizio chi parla e non inframmezzare il dialogo se non con piccoli gesti che aiutano a dare diamismo alla scena.
Se al contrario c'è bisogno di un'atmosfera più contenuta, un po' solenne, drammatica, intensa, ci si può servire delle pause create dalle frasi di attribuzione, magari accompagnate anche dai pensieri e dalle emozioni di chi sta parlando.
– Io e te dobbiamo parlare – disse lei con voce incrinata. Ci aveva riflettuto a lungo prima di affrontarlo, ma ora temeva di non riuscire a dominare la rabbia.
– Non ora! – replicò lui. – Non lo vedi che sono occupato?
Se poi qualcuno sta facendo un intero discorso, sarà utile spezzarlo per dar modo al lettore di riprendere fiato.
Le parole come riflesso di chi parla
Se abbiamo fatto un buon lavoro nei dialoghi, ovvero se ciò che un personaggio dice rispecchia in pieno la sua personalità, non avremmo bisogno ogni volta di chiarire chi parla, perché emergerà in modo naturale. Un personaggio sarà subito riconoscibile dal suo stile, dalle espressioni che usa e così via, anche se a parlare c'è più di una persona.
Uso scorretto delle frasi di attribuzione
Uno degli errori che ho notato nei principianti è quello di andare a capo quando usano una frase di attribuzione. Per esempio:
– Io e te dobbiamo parlare.
Disse lei in tono minaccioso.
Bisogna stare anche attenti a dove spezziamo la frase. Questo sarebbe proprio brutto:
– Non ora! Non lo vedi – replicò lui – che sono occupato?
Snellire il dialogo
Alla prima stesura ci si può anche non preoccupare troppo di come scorre un dialogo, ma quando poi passiamo alla revisione sarà utile togliere tutto ciò che è superrfuo, ripulire il testo dagli eccessivi "disse", "domandò", ecc. e rendere il flusso della conversazione così naturale che chi legge abbia l'illusione di assistere davvero a una conversazione tra persone.
E voi come vi rapportate rispetto ai verbi "dire" e simili?
Anima di carta

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