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Dialoghi da Il quinto potere, di Condon

Creato il 01 settembre 2022 da Gliscrittori
Dialoghi da Il quinto potere, di Condon

Cinema Di Tamara Marcelli. Da Il quinto potere di Bill Condon, pillole di cinema: dialogo tra Daniel Berg (Daniel Brühl) e Nick Davies (David Thewlis) e monologo di Julian Assange (Benedict Cumberbatch).

Il quinto potere è un film drammatico del 2013, del regista Bill Condon, musiche di Carter Burwell e sceneggiatura di Josh Singer, con Benedict Cumberbatch, Daniel Brühl e David Thewlis.
Il film è ispirato a due libri: Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo di Daniel Berg e WikiLeaks. La battaglia di Julian Assange contro il segreto di stato scritto dai giornalisti inglesi del The Guardian, Luke Harding e David Leigh.

Il quinto potere mostra la veloce ascesa nel mondo dell'informazione di WikiLeaks, piattaforma fondata da Julian Assange e dal suo braccio destro, nonché portavoce, Daniel Berg.

La storia ripercorre il periodo dal 2007, anno dell'incontro tra i due protagonisti, al 2010, momento di estrema crisi che vedrà il definitivo distacco e l'abbandono del fronte comune. Al centro del film, il mondo dell'informazione in tutte le sue sfaccettature, un mondo fatto di apparenze e equilibri instabili. Colmo di tante parole e poca sostanza; di poche luci e tante ombre.
La prima scena ci catapulta a Berlino, nel dicembre 2007, prima alla Electronics Data Systems dove lavora Daniel Berg, esperto di computer, poi al centro congressi per il Chaos Communication Congress, dove i due protagonisti si incontrano e iniziano la loro collaborazione, via via sempre più stretta. Il principio cardine dell'informazione libera getta i suoi semi per il futuro.
Fate uscire la verità stando al sicuro.

Il primo discorso pubblico di Julian Assange, di fronte a una platea di poche persone, colpisce per la logicità del ragionamento: due persone e un segreto sono l'inizio di un complotto e di tutte le corruzioni.

Date a un uomo una maschera e lui vi dirà la verità.

E ancora i due che insieme decidono di guardare Berlino dal tetto di una chiesa, fortemente simbolico.
Assange racconta al giovane Daniel la sua infanzia in Australia, la sua esperienza in una setta, la fuga con sua madre. I suoi capelli bianchi che diventeranno il punto di svolta tra realtà e manipolazione, tra verità e finzione. Dopo una iniziale diffidenza, i due si ritrovano in un locale e iniziano a chattare. In questa scena, Julian spiega l'esistenza della piattaforma criptata chiamata Rubberhose, dove far confluire le informazioni, i documenti recuperati e condivisi dai numerosi collaboratori sparsi nel mondo. Il sistema creato quando aveva 20 anni per nascondere le informazioni sotto strati di dati falsi. Dati falsi da fonti false per monitorare i dati veri e proteggere le gole profonde. Il tutto affinché nessuno fosse rintracciabile. Così, tra segreti off shore, banche svizzere, incontri segreti, viaggi in Kenya, Islanda, Belgio, Olanda, Norvegia, collegamenti con Egitto e Libia, il lavoro di WikiLeaks comincia a diventare più globale e, per qualcuno, pericoloso.
Il coraggio è contagioso.

Dopo la tempesta sui paradisi fiscali alle isole Cayman, su richiesta di una banca svizzera, il sito di WikiLeaks viene chiuso.

In questo frangente, alcuni giornalisti londinesi riescono a dare il loro supporto e a far revocare l'ordine di chiusura. Così, vedranno la luce numerosi scandali internazionali, dagli attentati di Nairobi, Guantanamo Bay, le torri gemelle, la lista dei componenti del partito nazionalista britannico, la banca islandese, gli squadroni della morte in Kenya...
Si può cambiare il mondo se si ha una grande idea, ma non lo si può fare da soli. C'è bisogno di persone che siano disposte a mettersi in gioco.

La crisi tra i due protagonisti inizia a germogliare durante una cena di Natale.

Julian, invitato a casa dei genitori di Daniel, fugge via senza motivo apparente. Ma Julian ha ancora bisogno di Daniel e lo chiama nella sua fuga dalla Norvegia verso l'Islanda, seguito da spie russe e agenti della Cia.
Intanto, la notizia della morte a Bagdad di due reporter dell'agenzia Reuters segna un ulteriore punto di svolta nella storia di WikiLeaks. Quello che lo stesso Assange definirà un «omicidio collaterale», svelerà i retroscena del mondo dell'informazione. L'arresto di un soldato americano rischierà di mettere in crisi Stati e persone. La condivisione di rapporti di guerra dell'esercito e l'intero database del dipartimento di stato americani sulla guerra in Afganistan e in Iraq determineranno un innalzamento del livello di gioco tra le varie parti.
Proteggere le fonti o divulgare senza filtri i documenti mettendo a rischio gli informatori?

La crisi tra i due protagonisti diventa più tangibile e si riflette sulla diversa valutazione dei principi alla base dell'informazione.

Un profeta pazzo ha bisogno di paletti e regole per vivere in società, ma così snatura se stesso.
Dopo un tentativo di delegittimazione messo a punto con una precisa e serrata campagna diffamatoria, Assange conferma il proprio credo: «WikiLeaks non revisiona».
La breve alleanza con alcuni media tradizionali permetterà al mondo intero di conoscere informazioni non altrimenti fruibili. Per proteggere le fonti, Daniel decide di disabilitare la piattaforma di consegna. Ora Julian è solo.
I capelli bianchi...

Dialogo tra Daniel Berg e Nick Davies, il giornalista del Guardian.

Daniel: «Credo che chiunque abbia dei segreti, cicatrici. Attimi della vita li formano. Alcune riusciamo a superarle, altre no. C'è stato un momento in cui tutto sembrava possibile. Abbiamo cambiato il mondo. lui ha cambiato il mondo».
Giornalista: «Ma poi l'ha trasformato in una causa personale».
Daniel: «Lo è sempre stata. Solo uno che era così ossessionato dai propri segreti, poteva concepire un modo per rivelare quelli degli altri».
Giornalista: «Per un certo periodo in Inghilterra la stampa non poteva riferire in alcun modo i dibattiti parlamentari. Ma poi alcuni uomini molto coraggiosi cominciarono a stampare volantini per diffondere quei dibattiti. E credo siano stati tutti impiccati, ma il pubblico i volantini li aveva visti ormai e pretese di sapere. È così che il modello del quarto stato nacque. Dalla passione, dalla lungimiranza di quelle poche anime coraggiose».
Daniel: «Che furono impiccate».
Giornalista: «Che furono impiccate... E ora noi ci troviamo nella stessa situazione. Una nuova rivoluzione dell'informazione, notevolmente più potente dell'ultima: il quinto potere. Sembrerebbe determinato a voler distruggere i suoi predecessori, tutti i vecchi modelli stanno morendo prima che i nuovi riescano a rimpiazzarli. Per questa ragione serve che ci siano molte più anime coraggiose. Tu e Julian avete tracciato una rotta nel bel mezzo di questo caos, puntando dritti alla verità. In effetti, i tiranni di questo mondo dovrebbero stare molto attenti. Perché ora sanno che abbiamo il potere di pretendere quell'informazione. Che un giorno ormai prossimo li spazzerà via come foglie al vento. Che ne pensi?»
Daniel: «Allora, da dove cominciamo?»
Giornalista: «Di solito le storie belle cominciano dall'inizio».

La rivoluzione è la lotta che avviene tra il passato e il futuro. E il futuro è appena iniziato.


Monologo finale di Julian Assange.

Se tu vuoi sapere qual è la verità mai nessuno te la dirà. Ti racconteranno soltanto la loro versione. Quindi, se vuoi la verità dovrai cercartela da solo. Infatti, proprio qui sta il vero potere. Nella tua volontà di guardare oltre quella storia, ma vale per qualunque storia. E finché continuerai a cercare, tu sari un pericolo per loro. Hanno paura di questo, gli fai paura tu. Tu, il problema sei tu. E li faccio tremare anch'io un po'...


Tamara Marcelli


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