Allo Spazio Tadini una bella mostra da vedere!!!
DIALOGHI MILANESI
a cura di Melina Scalise e Francesco Tadini
Spazio Tadini
Emilio Tadini con Alik Cavaliere, Enrico Baj con una
maschera africana Salampasu della collezione Passaré, Filippo Gianfranco
Pardi con Mino Ceretti, Scimeca con Nino Attinà, Sergio Dangelo con
Rosanna Forino, Enzo Togo con Tiziana Vanetti, Franco Mussida con Dario
Brevi, Lucio Perna con Ludovico Calchi Novati, Francesca Magro con Sara
Montani, Gaetano Fracassio con Florencia Martinez, Giorgio Albertini con
Barbara Nahmad, Gabriele Buratti con Giorgio Celon, KayOne (al secolo
Marco Mantovani) con Willow (Filippo Bruno), Mario De Leo con la coppia
artistica Metaborg (Gianni Zara e Luca Motta) e per concludere Luciano
Bambusi (fotografo) e Piero Mazzarella (attore) a cui è dedicata una
sezione specifica in memoria dell’attore scomparso con la mostra dal titolo: Rivediamo Mazzarella.
La storia dell'arte non è un elenco di opere in ordine cronologico. E'
un gigantesco insieme di storie di uomini e donne che si sono
incontrati, lasciati, desiderati o persi. Le parole hanno accompagnato
le loro vite, gli amori, le bevute in compagnia, le amicizie, i lutti,
tanto quanto i loro dipinti, le loro sculture, fotografie, disegni e
schizzi. Il dialogo, il confronto verbale, è parte dell’opera e, qualche
volta, ne costituisce la premessa.
Dialoghi Milanesi è una
mostra di arte, ma anche di parole e d’amicizia.. Qui, presso la Casa
Museo Spazio Tadini, non poteva che partire dall’artista che ha fatto
della sua arte un tutt’uno con le parole essendo, Tadini sia artista che
scrittore. Prende spunto dal rapporto tra Emilio Tadini e Alik
Cavaliere che hanno vissuto decenni a dialogare e creare in uno studio
come in spiaggia in riva al mare. Per loro fu un arricchimento di vita e
di creatività.
Scrive Alik: “sul finire degli anni Cinquanta
si verifica per me un ritorno al dialogo con un rinnovato slancio a
comunicare, in una ritrovata volontà di uscire dall’isolamento dello
studio che era troppo andato popolandosi di angosciosi fantasmi… e tra i
giochi proibiti, le metamorfosi, nel laboratorio di vetri e specchi, ho
ritrovato il personaggio di Gustavo B, con la sua avventura, piccole
storie quotidiane che rendevano forse il “gioco” più complesso”.
Nel dicembre 1959 il personaggio di Gustavo B e il ciclo di opere in cui viene rappresentato è esposto alla Galleria Bergamini.
Nella presentazione di questo lavoro Emilio Tadini scrive: “E’ raro
vedere una intera mostra di scultura organizzata intorno ad un unico
tema. (…) Cavaliere ha rinunciato deliberatamente, mi sembra, ad ogni
tentativo di rapida sintesi del racconto. (…) Queste sculture di
Cavaliere, una per una e tutte insieme, raccontano la storia di
quell’approccio (e dissidio) violento, testardo e indispensabile. La
storia dell’individuo che esiste oggettivandosi nel rapporto con
qualcosa che è fuori dai suoi propri limiti. La storia dei suoi scontri,
delle sue impossibilità e delle sue conquiste più elementari.”
Questo è un esempio di dialogo indiretto tra due artisti che si parlano
anche attraverso l’analisi reciproca del loro lavoro. Così come fecero
Enrico Baj e Alessandro Passaré, parlando di arte africana – e
condividendone anche la passione collezionista - oppure Mino Ceretti con
Gianfranco Pardi mettendo in comune anche nei luoghi di vacanza le loro
prospettive progettuali e creative fino a non disdegnare il semplice
gioco o la sperimentazione di altri linguaggi come il video.
Per la mostra Dialoghi milanesi siamo, poi, andati a cercare altri
esempi , anche recentissimi, di dialoghi d’arte. Così abbiamo in mostra
Filippo Scimeca con Nino Attinà, Sergio Dangelo con Rosanna Forino, Enzo
Togo con Tiziana Vanetti, Franco Mussida con Dario Brevi, Lucio Perna
con Ludovico Calchi Novati, Francesca Magro con Sara Montani, Gaetano
Fracassio con Florencia Martinez, Giorgio Albertini con Barbara Nahmad,
Gabriele Buratti con Giorgio Celon, KayOne (al secolo Marco Mantovani)
con Willow (Filippo Bruno), Mario De Leo con la coppia artistica
Metaborg (Gianni Zara e Luca Motta).
Tutti hanno in comune un
terreno di dialogo che non è fatto solo d’arte, ma anche di parole,
concetti ed elaborati concettuali che saranno parte integrante di questa
mostra tutta da vedere e leggere al tempo stesso.
A
completare i Dialoghi la mostra fotografica di Luciano Bambusi,
“Rivediamo Mazzarella”, in memoria del grande attore milanese scomparso
nel 2013, che interpretò al Teatro Franco Parenti l'adattamento dal
romanzo “La Tempesta” di Emilio Tadini (Einaudi) per la messa in scena
di Andrée Ruth Shammah.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI: www.spaziotadini.com