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DIALOGO COI MUSULMANI. LA LEZIONE DELLA DANIMARCA
di CARLO VALENTINI
Un conto è l'ospitalità, un altro è la sudditanza. Matteo Renzi e il suo cerimoniale (a proposito: che fine hanno fatto i provvedimenti che erano stati annunciati all'indomani della copertura delle statue per la visita del presidente dell'Iran?) dovrebbero prendere esempio dalla principessa Mary, in visita ufficiale insieme al marito Frederik (sono gli eredi al trono di Danimarca) in Arabia Saudita. Si è rifiutata di indossare il velo. E' stata attenta a vestire in modo adeguato, con braccia e gambe ben coperte ed evitando abiti di colore vistoso, ma il velo no. Non per questo l'incontro col re Salmane ben Abdelaziz Al Saoud è stato meno cordiale.
Così come accettiamo, senza problemi, che le donne arabe si presentino a noi col velo e con i loro abiti-è stato il commento dell'entourage della casa reale danese- così non vi debbono essere problemi se la principessa si presenta a capo scopetto.
Del resto anche Michelle Obama in visita in Arabia Saudita col marito nel gennaio 2015 non aveva indossato il velo. Comportamenti lontani anni luce rispetto all'imbracatura delle statue (Matteo Renzi) e dei dipinti (Silvio Berlusconi).
Ogni società ha proprie tradizioni e costumi, che è giusto rispettare. Ma il rispetto dev'essere reciproco. Il presidente iraniano, Hassan Rouhani, non beve vino? E' giusto non invitarlo a un brindisi. Ma egli non può pretendere l'astemia dal presidente francese François Hollande e quindi hanno fatto bene i francesi ad annullare la cena ufficiale con la delegazione iraniana.
Nel caso della principessa danese (e di Michelle Obama) si intravede anche un importante messaggio alle donne arabe, prive di diritti elementari, come (proprio in Arabia Saudita) guidare l'auto. Il non cedere agli uomini del cerimoniale arabo sul modo di vestirsi è un segnale che non deve essere sottovalutato. Soprattutto da parte di chi ritiene, confortato dall'esempio della Liba ridotta a brandelli, che i sistemi politici non si riescono ad esportare con la forza poiché l'uso delle armi lacera il tessuto sociale e politico di un Paese, invece le relazioni internazionali possono avere un ruolo decisivo se vissute alla pari e non come valvassini.
La Danimarca ci dà un esempio di dignità. Facciamone tesoro.