Oggi è possibile studiare all'estero, viaggiare per lavoro, incontrare persone che parlano lingue completamente diverse dalla nostra. Siamo cioè sempre più cittadini del mondo.
Questo significa che se la società sta cambiando anche la scuola deve adeguarsi alle nuove esigenze di multiculturalità e incontro interculturale.
Lavorando in qualità di Educatore nella scuola primaria, per un progetto di italiano come seconda lingua per gli studenti stranieri, ho potuto constatare l'eterogeneralità delle situazioni degli studenti immigrati, ogni uno con le sue difficoltà, e con i suoi tempi di apprendimento, metodo di studio, motivazioni ad apprendere l'italiano.
Lavorare con persone (anche se bambini) che hanno già una lingua, e che spesso è quella che usano in famiglia per la maggior parte del giorno, parlando in italiano solo a scuola non è semplice.
Gli studi di pedagogia hanno dimostrato che acquisire la lingua madre è qualcosa che avviene nei primi anni di vita del bambino, e che si definisce in un arco di tempo che va dalla nascita ai primi 6 anni circa.
Ci sono poi tante ricerche pedagogiche che ci dicono che l’abilità di imparare una seconda lingua sviluppandola ai livelli di quella nativa o quasi è limitata ai primi 8-10 anni circa di vita. Per questo è importante capire che esiste una finestra temporale ideale perché si imparino ulteriori lingue, oltre alla lingua madre, a livelli di persone native del posto.
Quando arrivano a scuola, in particolare nelle prime classi delle scuole primarie, l'apprendimento della lingua è facilitata per i giovani studenti, che però necessitano del sostegno e dell'incoraggiamento dei genitori.
L’indicazione pedagogica, che ci viene data, e che è di grande rilevanza per le politiche educative e linguistiche, è legata al bisogno da parte di educatori e formatori, di evitare di pensare solo all’età, ma sostenere il bilinguismo anche attraverso un uso regolare, ricco e vario delle due lingue, che sviluppi attivamente la competenza in vari domini d’uso.
Significa che dobbiamo pensare che anche gli adulti possono apprendere una seconda lingua, motivando i propri figli a fare altrettanto, condividendo la seconda lingua come lingua di conversazione anche in casa, sfruttando internet e altre fonti per migliorare il proprio lessico e mantenendosi in esercizio con la seconda lingua.
Generalmente il problema odierno della famiglia, è l'incomunicabilità.
Oggi i giovani sono abbandonati a se stessi, non hanno genitori che li ascoltino o che provino a capire le ragioni delle loro proteste. Si attua un dialogo verticale in cui i genitori danno solo regole.
Tutto ciò crea disagio tra i giovani a livello sociale, non favorisce l'integrazione nella scuola e nei rapporti sociali.
Di questo parlo nei miei saggi che potete leggere in formato e-book ai seguenti link:
- Conflitto tra genitori e figli, la crisi della famiglia nella società contemporanea;
- Crisi del dialogo in famiglia e disagio giovanile.