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Diamanti e caramelle: Stadio

Creato il 26 dicembre 2011 da Carlo_lock
Sono ormai mesi che l'ultimo album degli Stadio è stato pubblicato, ma credo che il titolo che porta sia molto natalizio, molto in tema ed inoltre parlarne adesso è ancora più significativo, poiché nel 2012 decorreranno trent'anni esatti dalla pubblicazione del primo lavoro, prodotto da Renzo Cremonini e Lucio Dalla, il 33 giri che conteneva anche Grande figlio di puttana. Gli Stadio comunque erano già operativi come gruppo autonomo molto prima, ma solo grazie al film di Carlo Verdone Borotalco riuscirono a imporsi all'attenzione del vasto pubblico. E neanche a farlo apposta (o forse sì), sempre nei primi mesi dell'anno prossimo, quasi per un ricorso storico, sempre a trent'anni esatti da Borotalco, gli Stadio torneranno a collaborare col loro amico Verdone come soundtrack.
Il disco Diamanti e caramelle, non aggiunge alcuna novità allo stile musicale degli Stadio più recenti: piacevoli ballate, usi di sincopi, filtri, effetti elettronici in abbondanza tali da mettere in ombra una genuina chitarra elettrica (che pure c'è, ma nell'economia d'insieme è come se non ci fosse). Sappiamo bene che questo stile è frutto di un riconosciuto e onorevole lavoro di costruzione e ricostruzione di una identità autonoma di gruppo, che ha trovato la figura-chiave in Saverio Grandi, ma che ha diviso i fan più affezionati, che hanno accusato i loro beniamini di avere scelto una strada più commerciale che in passato (e le operazioni di collaborazione con Noemi e Fabrizio Moro lo dimostrano).
Gaetano Curreri si sforza sempre di dichiarare una continuità tra il suo modo di scrivere e quello degli anni 80 o 90, ma di acqua sotto i ponti ne è passata, per forza di cose.
Ciò nonostante, Diamanti e caramelle fa un sunto della poetica degli Stadio, al "nocciolo", quello che è rimasto nel corso degli anni, ballate d' amore e qualche riflessione doverosa sulla società. In questo disco la canzone "sociale" di turno è Gaetano e Giacinto (testo di Andrea Mingardi), un pregevole encomio di Facchetti e Scirea, ma che, tra le righe, vuole, fare emergere la differenza tra lo sportivo uomo e lo sportivo manipolato dall 'informazione. Ed esattamente come successe con Doma il mare doma (Maradona) e Mi alzo sui pedali (Marco Pantani), agli Stadio piacciono gli sportivi dal diffcile o discusso passato, gente defunta nella memoria, soprattutto.
Le altre canzoni si contendono la gioia e il rimpianto nelle varie facce dell'amore, grandi slanci poetici, un grande lirismo verso la figura femminile (E pur d'averti per un'ora o anche solo due minuti, farei mille giri su me stesso, come un acrobata- da Onde d'inverno), bilanciando molto bene la malinconia e l' ottimismo, sia a livello di testi che a livello musicale. Infatti, ultimamente gli Stadio hanno ben saputo miscelare atmosfere mediterranee ad atmosfere nordiche e fredde, caldo e freddo come nella terra dell' Emilia- Romagna, mare e nebbia. Risulta difficile per taluni separare l'odiosa nenia commerciale, ormai canzone-tipo da Stadio, da una ricerca attenta delle atmosfere, che risulta più identificabile e godibile nelle esecuzioni dal vivo, di cui gli Stadio sono sempre stati maestri.
Di seguito il video della canzone omonima, Diamanti e caramelle, una bella donna che cammina al ralenty, un'ennesima dimostrazione di affetto degli Stadio per il genere femminilee un'intervista di Gaetano Curreri a La6radio.


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