Sappiamo che in politica ognuno lavora per se. Che sia un partito dentro una coalizione, che sia un individuo dentro un partito… Ognuno lavora e traffica soprattutto per il proprio interesse, per la propria visibilità, per la propria convenienza, a dispetto dell’apparente interesse della coalizione o del partito e comunque dell’interesse comune.
Questo lo sappiamo tutti, a parte qualche ingenuo che non l’ha voluto ancora capire.
Assodato ciò, assumiamo anche che il partito di Umberto Bossi non è scevro da questo “difetto originale”.
Ma anche se tutti, in politica, lavorano per il proprio interesse, non possiamo non riconoscere che in questo momento la Lega Nord si è appropriata del ruolo che i cittadini richiedono a gran voce: la difesa di alcuni diritti già acquisiti.
Certo, da un partito è illusorio aspettarsi che faccia propri certi principi per un ideale, ma meglio appropriarsi di principi giusti, che di principi sbagliati, anche se, in questo caso, come sempre per cercare di raccattare qualche voto in più alle prossime elezioni politiche.
La posizione che ha assunto quindi la Lega nei confronti delle pensioni, sia quando era al governo insieme al Pdl, contrastandolo, sia adesso che coerentemente è voluta rimanere all’opposizione del presente governo che sostituisce il governo Berlusconi che si è arreso all’opposizione, alla crisi economica, a Sarkozy, alla Merkel e ad Obama è ammirevole.
Naturalmente tenuto conto della premessa che abbiamo fatto prima.
Un consiglio a tutti: la politica dovrebbe essere gestita per l’interesse dei cittadini di cui è composta la società e soprattutto per l’interesse dell’umanità. Non toccate i diritti già acquisiti, perchè tutti sappiamo, che non saranno più ripristinati, come il prezzo della benzina che aumenta aumenta, ma difficilmente poi si ristabilisce al prezzo di prima.
Non si può tornare ai modelli dell’Ottocento, come vogliono Marchionne e la Marcegaglia.
IL CRONISTA
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