In tempi di chirurgia plastica, di bellezza senza fine, di creme miracolose, ascoltare la voce di Diana Athill, capace di accettare con serenità il naturale invecchiamento del corpo, vale proprio la pena!
Diana Athill, Da qualche parte verso la fine, Rizzoli
Un esuberante ritratto della terza età scritto con tenerezza priva di rimpianti. Diana Athill racconta una vita affascinante senza ricorrere a trite
omelie sulla saggezza e l’esperienza, ed è questa la grande forza del suo libro.
The New Yorker
“Sono stati scritti libri su libri sulla giovinezza, e ancora di più sulle complesse e ardue esperienze legate alla procreazione, ma non c’è granché sull’invecchiamento. E visto che ho imboccato ormai da un po’ quella strada, mi sono detta: ‘Perché non provarci?’. E quindi ecco, ci provo.” Non è una persona comune, Diana Athill. Dopo aver speso la vita tra libri e scrittori come editor di una influente casa editrice inglese, si è scoperta lei stessa autrice e a novantun anni, con diversi best seller alle spalle, ha deciso di raccontare, senza falsi pudori, senza veli, senza paure, non tanto cosa c’è stato prima, quanto cosa succede ora. Cosa vuol dire invecchiare? Probabilmente combattere contro una serie di disfunzioni del corpo, non provare più interesse per il sesso o la narrativa, fare un uso più morigerato del rossetto. Ma anche sentirsi infine liberi di essere solo e gloriosamente se stessi, senza più volere o dover rendere conto agli altri. Spensierato, ironico, franco, questo libro affronta l’ultimo grande tabù dei nostri tempi. E ne esce splendidamente vincitore.
Athill
Diana Athil è nata nel 1917. Per cinquant’anni ha lavorato nel mondo dell’editoria ai massimi livelli, editor di autori come Philip Roth, John Updike, Mordecai Richler, Jean Rhys, V.S. Naipaul, Margaret Atwood. Questo libro, premiato nel 2009 con il National Book Critics Circle Award in Autobiography, è il suo primo volume tradotto in Italia.