Magazine Società

Diario africano - 31/Santo

Creato il 08 dicembre 2014 da Mapo
Diario africano - 31/SantoSanto è il capo-tecnico del Lacor Hospital, o qualcosa del genere. Si intende di pannelli solari, di come si bruciano i rifiuti e di quanta energia serve per far funzionare un laboratorio di ecocardiografia. Questo fino a venerdì sera, ma nel weekend si mette una polo bianca con il logo di una parrocchia all'altezza del capezzolo sinistro, prende la sua macchina sgangherata ma efficiente e si reca qualche km a nord dell'ospedale, a Lacor (il villaggio, non l'ospedale, ci tiene a precisare).Ai lati della strada, che qui è un binario di liscio asfalto con le strisce bianche a delimitare la carreggiata, c'è una piccola chiesa in muratura, dalla facciata un pó consunta ma fiera. Hanno portato le panche in legno all'esterno, sul retro, e le hanno appoggiate sulla terra rossa, all'ombra di un grande albero di mango.Diario africano - 31/SantoSi canta in Acholi, il coro è suddiviso in 4 settori, a seconda dell'altezza della voce. Ci saranno una cinquantina di persone, molti con un rosario al collo, quasi tutte T-shirt colorate con slogan promozionali che inneggiano alla cooperazione internazionale e alla lotta all'HIV. C'è chi batte le mani nere sui borghi come se non ci fosse un domani, un gruppo di ragazzine delle medie che balla talmente bene da sembrare uscito da un luogo comunque ("gli africani hanno il ritmo nel sangue") e una miriade i bambini che corrono dietro a un pallone fatto di sacchetti di plastica tenuti insieme dallo spago. Qui i canti religiosi sono una faccenda serissima: Santo è in piedi, al centro del proscenio e si volta a turno da una parte e dall'altra per dirigere i coristi, che ci credono un sacco. Occhi chiusi e voce alta, per la maggior gloria di Dio. Cantiamo, un po' impacciati in questa lingua strana ma dai risvolti sorprendentemente musicali. Ridono tutti. Dopo una buona mezz'ora si fermano tutti e Santo, l'unico in piedi, annuncia serissimo questi buffi ospiti italiani. "Honoured", dice. Ci alziamo a turno per presentarci. Racconto a tutti che nell'angolo di mondo in cui vivo, dove dicembre è spesso un mese più bianco della faccia che porto, le chiese sono vuote e gli uniche persone che si trovano a cantare, quasi sempre, sono sparuti gruppi di vedove che faticano ad arrivare alla fine della prima strofa. Qui, dove le chiese non hanno le finestre e volte nemmeno un tabernacolo, gente di ogni età si diverte e sta insieme. Io non so se lo avete mai visto un gruppo di ragazzottii di vent'anni con i jeans e la moto che si siedono ammassati su una panca di legno e provano disperatamente un canto polifonico, ma fa un certo effetto.Diario africano - 31/Santo
Segue un lungo discorso retorico in cui questo capo tecnico di quarant'anni, a suo agio con i kilowattora tanto quanto con il doremifa, annuncia costernato che quest'anno non potrà dirigere il coro a Natale. Sarà in Europa, per un lungo viaggio di un mese in cui spera di portare a casa conoscenze utili per l'ospedale. Si commuovono tutti, a cominciare da lui. Più tardi lo prenderò in giro dicendogli che "mica parte per il militare". Riderà, ma poco convinto.
Diario africano - 31/SantoLe prove non terminano mai ad un orario preciso. A che servirebbe? Arriva quel momento in cui fratello sole cala dietro ai banani in un tramonto infuocato e sorella luna, piena come non mai, ci sorprende alle spalle. Allora le parole stampate sui fogli che teniamo tra le mani diventano difficili da leggere, le ragazze della parrocchia di Lacor arrivano con tre casse di bibite gassate e non resta che rimanere così, un po' sospesi, a guardare passare un altro giorno.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :