Diario africano - 43/Piccola storia di un ecocardiogramma

Creato il 14 gennaio 2015 da Mapo
Lacor Hospital, 10 gennaio

Io gli voglio bene alla mia mamma, ma oggi mi ha proprio fregato.Mi ha detto "andiamo a comprare i dolcetti" e allora mi ha fatto vestire tutta elegante, persino le scarpe. È strana ultimamente, due settimane fa ha anche venduto la più bella delle nostre due capre e adesso non abbiamo quasi mai il latte. Abbiamo preso 6 ciupas ciupas alla colacola, uno era per me. Ho 3 fratelli e 2 sorelle e sono tutti più grandi di me. Il mio fratello più grande di tutti ha più di 20 anni e vive in una capanna diversa con una moglie che mi regala sempre qualche vestitino. Li metto la domenica quando andiamo nella chiesa nuova che c'è in fondo alla strada. E' tanto grande e ci si può correre dentro anche durante la messa finché il prete non si arrabbia e urla di non fare baccano. Da qualche mese che non mi regala più niente e ho pensato che non mi vuole più bene, ma la mamma dice che sta mettendo via dei soldini per me e quando ho chiesto per fare che cosa non mi ha mica risposto.

Vero, abbiamo preso i dolcetti, poi però, invece di tornare a casa o al pozzo a prendere l'acqua con la tanica gialla siamo andati dall'altra parte della strada. C'era pieno di polvere che mi andava tutta negli occhi. Siamo entrati in quel posto brutto brutto, c'è una guardia con il fucile al cancello. E' qui dentro che, 7 mesi fa, è morto il papà. Io ero piccola, avevo 3 anni e capivo quasi niente. La mamma mi ha detto che aveva un problema al fegato, che è una cosa molle che c'è nella pancia. Il papà aveva gli occhi giallissimi e tremava tutto quando tornava a casa dopo il lavoro. A volte cadeva davanti alla capanna e si sbucciava tutti i ginocchi. La mamma sapeva che era "ubriaco", (se non lo sapete è una cosa che succede quando si beve troppo, ma non acqua), ma a lui non diceva niente.Io a passare questo cancello ho paura. Il mio fratello meno grande che ha 6 anni o forse 5 dice che la gente entra qui che cammina bene e vola via chissà dove nel cielo. La mamma si mette in ginocchio, mi stropiccia la faccia con le mani e mi dice che dobbiamo fare qualche esame per la tosse, che mi viene sempre quando corro con Joseph, il mio amico della nursery School. Lui va avanti veloce e io mi fermo perché non c'è più aria.Prima mi hanno messo in una stanza con un apparecchio grande grande, mi hanno tolto il vestito di sopra, sono usciti tutti e mi hanno fatto una foto. E' venuta male male, tutta nera con le macchie bianche, che non si vedeva nemmeno la faccia. Poi mi hanno fatto entrare in una stanza piccola piccola e ho capito che ero in guai seri seri.Questa volta la mamma mi ha proprio fregato, dentro c'era un muzungu gigante. Uno bruttissimo, con tanti peli strani sulla faccia e gli occhiali per vederci meglio a noi bambini. Mi sono nascosta dietro le gambe della mamma ma lui ha continuato a fissarmi. Aveva tanta fame. "Adesso mi mangia".Ho urlato forte forte che mi sentono anche nella chiesa dall'altra parte della strada. La mamma invece di aiutarmi mi ha preso, mi ha tolto il vestito e mi ha messo su un lettino marrone che appiccicava tutta la pelle. Ho fatto tanti singhiozzi e volevo scappare ma mi tenevano le mani, come fa mia sorella con le ali del pollo prima di tirargli il collo.Il Muzungu ha preso una forchetta con sopra una specie di gel freddo e me l'ha appoggiata in quel punto duro in mezzo al petto. Ho chiuso gli occhi per qualche minuto, penso che ero morta. Quando li ho aperti quel mostro bianco era lì tutto contento che guardava una televisione.Per lo stress ho perso i sensi, o forse mi sono solo addormentata.Quando la mamma mi ha svegliato ero già vestita e avevo ancora tutte le mani e tutti i piedi. Loro hanno parlato e poi lui ha deciso che mi lasciava andare. Rideva, era davvero cattivissimo! Alla fine della storia la mamma mi ha salvato la vita. "Hai un cuore forte" mi ha detto tutta con il sorriso mentre uscivamo dal cancello. Le volevo dire "ma sarà stato mica davvero necessario fare tutto questo casino?", ma poi mi sono ricordata che avevo un chupas chupas in tasca.

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