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Diario del cattivo papà / Guy Delisle; trad. di Giovanni Zucca. Milano: Rizzoli Lizard, 2013.
Per chi già conosce la splendida autoironia di Delisle, per chi attraverso i suoi lavori di graphic journalism ha imparato ad apprezzare la sua dimensione umana e familiare, per chi ha già avuto degli assaggi dei suoi rapporti prima col piccolo Louis in Cronache birmane e poi con Louis e Alice in Cronache di Gerusalemme, il nuovo lavoro di Guy Delisle, Diario del cattivo papà, è assolutamente imperdibile.
Si tratta di una serie di episodi che ha come protagonisti il fumettista e i suoi due figli, appunto Louis e Alice, il primo un bimbetto di circa sei anni, la seconda una bimba di circa 3-4 anni.
Gli esiti sono esilaranti, perché mettono in evidenza la difficoltà e la fatica di essere genitori che nel caso di Delisle si traducono in particolare nella fatica di mettersi al loro livello, di prestare loro sempre la necessaria attenzione, di tenere conto del loro percorso di sviluppo, di non togliergli le illusioni, ma anche di coltivarne lo spirito critico mettendoli di fronte alla realtà, pur senza spaventarli.
E così ne viene fuori l'immagine di un papà che nasconde i cereali che ha comprato per se perché scopre che piacciono moltissimo alla sua figlioletta, che va a leggere al bar mentre la sua piccola è in piscina convinta che il papà sia sulle gradinate, che fa scherzi di cattivo gusto al figlio Louis, che fraintende le sue domande sulla penetrazione. E così via.
Tutto questo Delisle lo racconta con grande autoironia, ma anche in fondo con altrettanta tolleranza verso se stesso e quasi compiacimento. Il che non ce lo rende né sgradevole né antipatico, perché chi Delisle lo segue sa che ha un rapporto molto speciale e ravvicinato con i suoi figli, dei quali si è dovuto occupare in alcuni periodi quasi in esclusiva, per via della lontananza della moglie impegnata nelle missioni di Medici senza frontiere.
In sostanza, da questo e dai precedenti lavori viene fuori un Delisle che ama teneramente i suoi figli, ma che non nasconde le debolezze che tutti noi abbiamo e le difficoltà – se non addirittura le crisi di coscienza – che tutti i papà del mondo si trovano ad affrontare. Solo che lui ci passa attraverso e le sdrammatizza attraverso il disegno.
Da regalare a tutti i papà del mondo. E forse ancora di più a tutte le mamme, che certamente si faranno delle grassissime risate alle spalle dei papà.
Voto: 4/5
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