Shanghai – 21 Ottobre, martedì pomeriggio.
Appena usciti dal magnifico giardino del Mandarino andiamo a pranzo e, subito dopo, raggiungiamo il Tempio del Budda di Giada (Yufo Si), l’unico tempio che non ha subito distruzioni dissennate durante la “rivoluzione culturale” di Mao.
Costruito nel 1882 e riedificato nel 1928 per custodire due statue di giada di Budda portate dalla Birmania dal monaco Huigen è meta tutto l’anno di visitatori e fedeli. Oggi, dopo successive ristrutturazioni, il tempio offre oltre al Budda disteso e al Budda seduto in meditazione, entrambi in preziosa giada bianca, altre statue sia di giada sia in legno di grande pregio. Quelle che seguono sono le foto delle due statue birmane originali di Budda:
Il tempio è anche un monastero in cui si celebrano molte feste religiose e dove il culto è intensamente sentito: canti e processioni accompagnano i riti che iniziano all’alba e durano tutto il giorno.
Nella sala maggiore a pianterreno ci sono tre grandi statue in legno di Budda che rappresentano il passato, il presente e il futuro:
Nel tempio ci sono tante pregevoli statue che rappresentano demoni, guardiani, tutte figure che appartengono al credo buddista:
FTerminata la visita al tempio, si torna in albergo e la guida, prima di cena, ci lascia liberi di girovagare per Shanghai. Ci dice, inoltre, di avere prenotato per noi il pullman per andare di nuovo nel quartiere Pudong e poterlo così gustare nella versione by night. All’uscita del nostro albergo mia moglie e io ci immettiamo nella famosa via Nanchino, la più importante strada commerciale di tutta la Cina. In certi tratti, a pochissima distanza dall’Hotel Central dove siamo alloggiati, la via diventa solo pedonabile e assomiglia moltissimo alla newyorchese Manhattan: un vero spettacolo di palazzi, grattacieli, negozi di lusso. Peccato che stia piovigginando. Durante la passeggiata incontriamo un grande rivendita di prodotti alimentari che dire fantasiosi può sembrare un eufemismo… Entriamo per filmare e fotografare, di certo non per acquistare! Tra l’altro quel “cibo” è tutta “roba” che costa cara.
Un’altra cosa bella di Shanghai che, purtroppo, non abbiamo visto è il Parco Huangpu: questo parco fu aperto ai cinesi solo nel 1928: prima di quell’anno, un cartello all’ingresso recitava: «Vietato l’accesso ai cinesi e ai cani».
Dopo una sostanziosa cena al self-service dell’albergo Central, prendiamo il nostro bus che, in pochi minuti, ci porta al quartiere Pudong proprio di fronte al Bund, il centro finanziario di Shanghai. Le condizioni atmosferiche sono migliorate, non piove più, rimane soltanto una nebbiolina che nasconde la parte alta dei grattacieli. Comunque sia, lo skyline di Pudong è uno spettacolo di luci capace di vincere anche qualche piccola défaillance del tempo.
Per i volenterosi che desiderano vivere dal vivo Shanghai, possono guardare il mio filmato:
Alla prossima!
Nicola
Crediti: foto di Mirella & Giorgio II°, Chicca, Giorgio I°, Barbara & Sergio che sono appena rientrati nel gruppo dopo avere esplorato il Tibet e dintorni. Alcune foto sono frutto di ricerche sul Web. Il filmato è mio. Le informazioni storiche le ho ricavate da Internet e dagli Appunti di viaggio di Luigi Paoli su Cina e la civiltà del Fiume Giallo, ed. Mistral