Cibo, Musica & Danze, Politica, Stranezze della Cina
Ancora qualche riflessione prima di intraprendere il viaggio vero e proprio. Abbiate pazienza, non si tratta di discorsi peregrini, ma di informazioni preziose e attuali che vi permetteranno di programmare a ragion veduta una trasferta nel paese del bamboo, del panda, delle colline bizzarre, degli occhi a mandorla e di tantissime altre interessantissime cose. Con un’avvertenza: nei miei post non troverete mai esaltazioni o maldicenze ma solo verità. La mia, naturalmente.
Cibo
Come ha detto, in modo ironico, uno degli amici che ha partecipato al viaggio, “in Cina il cibo è vario, ottimo e abbondante”. Per significare tutto il contrario. Ovviamente la sua è una battuta che, però, stigmatizza il fatto che nei pranzi prepagati all’agenzia in Italia, i cosiddetti MENU’ TURISTICI, il cibo era modesto e – più o meno – sempre lo stesso. Variava solamente la quantità di spezie con cui venivano preparate le pietanze: più pepate al Nord e un po’ meno piccanti man mano che ci si sposta verso il Sud della Cina.
Vediamo ora come vengono serviti i menù turistici e in cosa consistono.
Il tavolo è sempre rotondo, di dimensioni proporzionali al numero di commensali. Noi del gruppo eravamo in 16 e, a parte una volta, venivamo sempre distribuiti su due tavoli da 8.
Nella foto sopra si vedono perfettamente tutti i particolari: sul tavolo c’è una enorme lastra rotonda di vetro che viene fatta ruotare dai convitati quando vogliono approvvigionarsi su uno dei piatti di portata che vengono ivi deposti da solerte cameriere, uno di seguito all’altro, senza aspettare che la prima entrée sia terminata.
In questa foto zoomata non sono in vista due immancabili presenze: una grande scodella di riso (cotto in precedenza e quasi sempre ridotto a un pastone colloso) e una altrettanto grande scodella di brodo (dove galleggiano verdure a noi sconosciute, forse del bianco d’uovo e altri misteriosi ingredienti…) che ben pochi di noi hanno osato affrontare. Quelli che ci hanno provato (a parte mia moglie e un’altra simpatica compagna di viaggio che mangiano di tutto
), hanno coraggiosamente depositato il brodo nella ciotolina di sinistra (dotata di un corto cucchiaio in ceramica) e, dopo avere assaggiato quello strano intruglio, lo hanno abbandonato lì, disgustati, oppure ci hanno versato dentro un pugno di riso per tentare di separarne – invano – i granelli incollati fra loro.Ogni commensale è dotato di un piatto “leggermente” più grande di un nostro piattino da caffè, (abbiamo notato che più aumenta il diametro della lastra di vetro rotante, più quel piatto è piccolo) da usare per depositare, senza mai essere sostituito, tutto ciò che si desidera mangiare delle varie portate offerte (con molta parsimonia) dal ristorante che ospita l’allegra comitiva girovagante. Oltre al mini piatto, ognuno di noi ha a disposizione un bicchiere di birra o acqua (uno solo e non di più), una coppia di bacchette in legno o plastica, una forchetta (a volte), un’altra ciotolina sulla destra che serve per contenere un thè molto, molto, molto leggero e, infine, un tovagliolo di carta di cinque centimetri che si spappola tra le dita dopo il primo utilizzo. La birra (o l’acqua, a scelta, e mai entrambe) viene distribuita da un’attenta e sveglia cameriera (a servire a tavola sono sempre le donne, gli uomini, in genere ragazzi, vengono utilizzati per mansioni più umili, tipo trasporto dei piatti e bicchieri sporchi, eccetera).
Prima che il pranzo inizi, a gesti la cameriera (in tutta la Cina non abbiamo mai incontrato, escludendo gli alberghi a 4 o 5 stelle, cameriere che parlassero o capissero l’inglese e tanto meno l’italiano) fa intuire ai commensali di depositare il proprio bicchiere sul ripiano di vetro e, ferma in una posizione ben precisa, ruota il disco per portare i vari bicchieri davanti a sé e riempirli con la bevanda che ciascuno di noi ha scelto. La birra è abbastanza buona, l’acqua è minerale naturale. Credo che in Cina non esista quella gasata o, per lo meno, noi non l’abbiamo mai trovata. Se, per caso, uno è distratto e non deposita il proprio bicchiere sul disco di vetro, sono cavoli amari. Resta buggerato e, se durante il pranzo gli viene sete, non ci sono santi, deve pagare la consumazione. Se qualche furbetto, invece, deposita sul vetro due bicchieri per sé (il secondo, sottratto da un altro tavolo) sperando di farsi una scorta di birra o acqua, la cameriera lo ignora e lo toglie subito dal tavolo. Il secondo bicchiere è – tassativamente – sempre a pagamento.
Veniamo alle pietanze vere e proprie. Chi ama il cibo cinese che ha mangiato e apprezzato in Italia, se lo scordi. In Cina le verdure e le carni sono trattate in modo diverso da come ci hanno abituato i ristoratori cinesi immigrati in Italia. I sapori dei cibi cambiano persino passando da una regione all’altra della Cina. Si tratta sempre di pollo, di oca, di carne bovina, di maiale, di pesce, di verdure ma qui, ovunque si vada, ogni alimento viene cucinato diversamente. Io amo gli spaghetti di riso (o di soia) ebbene, in Cina, abbiamo dovuto litigare con la guida che ci accompagnava per riuscire a ottenere (una volta soltanto in quindici giorni) dalla direzione di un ristorante a menù fisso una portata di spaghetti di riso, portata che abbiamo fatto fuori in pochi secondi, tant’è che le cameriere, stupite da così grande apprezzamento, sono corse in cucina a farne preparare un’altra sostanziosa dose…
I condimenti sono i soliti: salsa agro-dolce, tanto peperoncino dappertutto, e funghi. La cottura delle verdure è sempre al vapore in modo tale da farle sembrare (o essere) quasi crude. Dopo due settimane di questi menù turistici tutti noi, di notte, sognavamo la pizza e la pastasciutta condite in mille modi come solo in Italia sanno fare!
Nei ristoranti a menù fisso e prepagato, la frutta è praticamente assente. Quando c’è, si tratta di una fettina triangolare trasparente (dello spessore di mezzo centimetro e ricavata da un cocomero insipido) oppure di uno spicchio di arancia o di pompelmo… a testa.
Di pane neanche a parlarne. In alcune località (non ricordo dove) della Cina viene offerta una mini pagnottella bianca cotta al vapore, quindi praticamente cruda, che dovrebbe fungere da sostitutivo del pane. Neanche a dirlo, quella strana “cosa” gommosa è immangiabile per noi amanti dello sfilatino romano, della milanese michetta o del delizioso pane pugliese.
A Xian, durante uno spettacolo di musiche e danze cinesi antiche, a tavola ci hanno fatto assaggiare 13/16 qualità di ravioli, ovviamente cotti al vapore. Due per ogni qualità, ma sempre senza alcun condimento sopra. A me non sono dispiaciuti, ma qualche intenditore senza peli sulla lingua ha affermato che, pur se con ripieni diversi, i ravioli avevano tutti lo stesso identico sapore.
Sarebbe, però, ingiusto e riduttivo parlare solo dei menù turistici. In Cina se vai in un buon ristorante a la carte, oppure se sei ospite in un albergo a 4 o 5 stelle (a Pechino e a Shanghai l’agenzia ha dato anche a noi quest’opportunità) le cose cambiano come dal giorno alla notte. Tutto è sopraffino, perfino troppo lezioso. Si ha una scelta varia, le porzioni sono abbondanti e si può apprezzare la grande bravura dei cuochi cinesi. Costoro, come se nulla fosse, sono in grado di preparare piatti tali da accontentare ogni palato, anche il mio. Ed è un vero effetto speciale per uno come me che a tavola non gli va mai bene niente…
Concludo velocemente il discorso alimentare parlando della pulizia e dell’igiene riscontrabile nelle cucine cinesi. Niente da dire su quelle a vista nei grandi ristoranti o negli alberghi di lusso, ma ho parecchie riserve su quelle non visibili. Indipendentemente dalla categoria del ristorante o dell’albergo. Lì dentro temo che succeda di tutto e di più. Per non infierire troppo, dico soltanto, senza tema di smentite, che la pulizia e l’igiene sono, a volte, discutibili. Ma qui mi fermo. Un consiglio: fate come noi. Prima di partire per un paese straniero orientale, un buon antitifico vi preserverà da qualsiasi guaio. Eccovi un paio di foto con cibo all’aria e cuochi che “puliscono con cura” il pesce o la carne:
Musica & Danze
Che dire? Non siamo mai stati in discoteca, quindi non so cosa ascoltano i ragazzi cinesi. In televisione, giocando col telecomando, non ho intravisto programmi musicali, c’erano persone che parlavano di politica (immagino), e diversi film con gente in divisa che discuteva (non so di che). Non credo di essermi mai sintonizzato con qualche televisione italiana o europea e nemmeno con la CNN. Per capire cosa piace ai ragazzi bisognerebbe vivere qui parecchio tempo. L’unico spettacolo di danze e musiche che abbiamo visto è stato a Xian, ma si trattava di proposte risalenti a dinastie di 400/500 anni fa. Come vedrete nel filmato che vi propongo si tratta di danze decisamente spettacolari e di musica di puro intrattenimento. L’estro e l’umorismo del suonatore di un flauto triangolare antico sono veramente ammirevoli. Consiglio a tutti di fare questa breve immersione nell’antica Cina. Non ve ne pentirete.
Politica
In Cina, almeno apparentemente, c’è il pensiero unico. Lo hanno confermato le cinque diverse guide che ci hanno accompagnato in giro. Il mito di Mao è sempre vivo e indiscusso. La sua facciona compare in tutte le banconote in circolazione. Qui il comunismo non si discute, si accetta e basta. In caso contrario sono bastonate o peggio. Si è visto cosa è avvenuto ultimamente nella piazza Tienanmen. Per visitare questa piazza, oggi tutta transennata, bisogna passare un controllo poliziesco come in aeroporto e decine di poliziotti sono distribuiti in ogni suo punto strategico, sia sull’attenti in posizioni fisse sia a passeggio tenendo gli occhi ben aperti. Il regime centrale, per fortuna, da tempo ha capito che per progredire era d’uopo allentare un po’ le redini. Le ha allentate, intelligentemente, in campo economico, lasciando a tutti una certa qual libertà d’impresa. Questo ha permesso il grande salto in su dell’economia reale del paese. La Cina, se andrà avanti di questo passo, presto diventerà il paese leader nel mondo, dando punti all’America e alla Russia. E la vecchia e bolsa Europa, ahimè, diventerà sempre più ininfluente.
Stranezze
Le stranezze in Cina sono tante e, quasi tutte, gradevoli.
1) Gente di ogni età, singolarmente o in gruppo, di prima mattina, fa ginnastica all’aperto, o meglio, esegue movimenti ritmici molto eleganti, seguendo la musica di una radio portatile.
2) Il ballo a coppie nei giardini. Lo vedrete in altre puntate del diario.
3) Uomini e donne, accompagnati da piccole orchestre, eseguono le loro performance canore non per i viandanti frettolosi che vanno al lavoro né per i turisti di passaggio, ma per il piacere di cantare all’aria aperta.
4) La pesca col cormorano. Decisamente violenta. L’uccello si butta in acqua a comando e poi, una volta risalito, il padrone gli sfila dalla gola il pesce appena pescato. Cattiveria allo stato puro.
5) Vermi, cavallette, serpenti, e quant’altro di diversamente orripilante ai nostri occhi, viene cucinato in qualche maniera e mangiato. Si cercano volontari.
6) Le colline bizzarre.
A Guilin, in particolare, ci sono migliaia di colline dalle forme più strane che rendono indimenticabile la sky-line della regione durante la navigazione del fiume Lì.
7) Le pietre bizzarre.
Ogni giardino che si rispetti presenta enormi pietre dalle forme più curiose e affascinanti. Da alcune di esse spuntano persino alberi che le incorporano, formando un tutt’uno indissolubile.
Termina qui la terza e lunga puntata del mio diario sulla Cina. Arrivederci alla prossima.
Nicola
Crediti: le foto sono state scattate dagli amici Giorgio, Sergio, Barbara e da mia moglie Chicca. Il breve filmato Danze & Suoni l’ho estratto dal DVD originale acquistato a Xian al termine dello spettacolo a cui abbiamo assistito con grande piacere.