“Gli Dei hanno dato agli uomini due orecchie e una bocca per poter ascoltare il doppio e parlare la metà.” Talète (624-546 a.C.), filosofo, scienziato e matematico greco.
Siamo arrivati alla terza settimana dall’avvio dei lavori e, naturalmente sono iniziate le critiche. Nella rubrica “Lo dico alla Sicilia” di domenica scorsa un lettore si chiedeva se 15 persone in una piazza non particolarmente grande come quella nella quale siamo noi non siano troppe. Da alcuni passanti ho saputo che sugli autobus di zona non si parla altro che di questo cantiere, nel quale “uno lavora e gli altri 14 guardano“. Altri avrebbero preferito che il Comune avesse dato direttamente i soldi a queste persone senza neanche farle lavorare. Altri ancora, benchè contenti del fatto che abbiamo liberato gli alberi della piazza da alcune grate che stavano danneggiando i tronchi, si lamentano che il Comune non l’abbia fatto prima.
E vabbè, già sapevo che la maggior parte dei “cittadini” pensa, come dato certo, che “il Comune si sta ammuccando i soddi“, ma quello che non capisco è perchè ci si debba lamentare sia quando si fa che quando non si fa.
E’ vero che si lavora “lentamente”, ma quello che stanno facendo queste persone (donne comprese) lo stanno facendo senza attrezzi e per circa 30 € al giorno. Non abbiamo nè martelletti per demolire mattonelle e massetto, nè impastatrice per impastare il cemento, nè nessun altro attrezzo che funzioni elettricamente perchè loro non sono qualificati per adoperarli.
La mia, naturalmente, non è una difesa nei loro confronti ma solo voglia di far conoscere a chi non è del mestiere cosa stiamo facendo e perchè.
Ben vengano le critiche, ma solo alla fine dei 70 giorni che abbiamo a disposizione.
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