Magazine Diario personale

Diario di un ragazzo per bene

Da Godric @cullenino
09 Settembre 2011.
Una giornata come le altre, ma piena di sudore e di paura.
Sembra una minchiata che scrivono tutti quando vogliono raccontare le loro avventure dense di emozioni. Ebbene questa volta mi sono ritrovato in una situazione davvero orribile.
Ero in Corso B.Aires.
Canotta Blu, pantaloncini corti e sneakers.
Cuffie azionate e Dancing On my Own  fu.
Camminavo per raggiungere A.
Come dicevo, una serata come le altre, solo che ieri quella strada che mi portava in Pt. Venezia era infinita.
Un tizio. Alto con il cappellino, italiano, viene e mi chiede " Scusa hai una sigaretta?"
Rispondo gentilmente " no mi dispiace è l'ultima".
Mi giro  e vado indisturbato.
Un minuto dopo, inizio a sentire gli sgambetti dei tizi.
Accellero.Vado avanti.
Un secondo dopo, me lo ritrovo davanti.
Un pugno nell'addome.
Un altro alle spalle e a terra.
Si a terra. Mancava l'aria. Non sapevo che fare. Reagire o non reagire.
Mi alzo. La rabbia, brutta bestia, si impadronisce delle mie mani e vado giù pesante castrandolo.
Lui cade a terra dolorante, io respiro.
Respiro.
Un respiro dopo l'altro, capisco la situazione.
Dovevo allontanarmi.
Dovevo scappare.
Così mentre il tipo aveva chiamato i rinforzi io ho iniziato a correre.
Ho corso tutto il tempo, senza neanche fermarmi.
Passavo da una strada all'altra con la speranza che quelli non potessero raggiungermi.
Sulla strada A. mi aveva raggiunto.
Il peggio forse era passato.
Ma la rabbia che nessuno mi aveva dato una mano.
La rabbia che nessuno sul corso abbia pensato: " ma quel povero ragazzo?", "tre contro uno?" "che succede?", aiutiamolo !".
ZERO.
Nessuno ha avuto la decenza di aiutarmi.
Nessuno ha avuto la decenza di darmi una mano.
Cosa avrei dovuto fare?
Denunciare? Cosa? Che mi hanno assalito così dal bello e buono?
Che un ragazzo Gay si ritrovava a denunciare un atto ritenuto dalla politica italiana inutile?
Milano è marcia.Come l'Italia.
Ma è marcia la gente che ci vive,
dice di andare  in chiesa, predica di aiutare il prossimo,
ma alla fine si ritrova a predicare i loro principi.
Principi che io purtroppo non ho.
Milano è questa.
Una metropoli cresciuta nella merda.

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