Diario di una pole dancer perbene – It’s raining men…

Creato il 29 marzo 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Tachicardia.

Ci eravamo arrestati qui.

Pulsazioni sopra la media dell’interessato, quanto provato, interlocutore con tanto di Negroni alla mano.

Voi siete lì, proprio davanti a lui. Magari in un tubino rosso quanto la bocca dell’Inferno. Magari in tacchi neri a stiletto che, solo per l’effetto visivo che creano, valgono bene il dolore che comportano.

Allora dobbiamo occuparci di reazioni. Le sue reazioni. E per queste dobbiamo far ricorso ad Aristotele. Per carità, non che lui fosse una pole dancer (a meno che, al liceo, non abbiano omesso di raccontarmi questo dettaglio), ma necessitiamo di Categorie. Stereotipi. Un po’ come le cucine della Scavolini “Modello Giuditta…Modello Maria Stuarda”…cose così.

N.b.: questo mio “catalogo” di figure maschili non vuole, né avrebbe mai la pretesa di essere una “Guida pratica alla scoperta degli uomini”, con tanto di modellino 3D di impiegato bancario annesso. Se proprio dovessi paragonare questa parte del diario a qualcosa, userei il termine “Avvertenze speciali.” Avete presenti i foglietti illustrativi dentro le scatole dei farmaci?

Categoria farmacoterapeutica: direi “antidepressivi”. Se il tipo con cui uscite è inquadrabile nei “neurolettici”, beh… è giunto il momento di confessargli che dovete partire per il Burkina Faso. E che no. Non tornerete. Mai più.

Interazioni: da evitare con madri o coinquiline brasiliane.

Dose, Modo e Tempo di Somministrazione: dipende dalle vostre esigenze. Sconsigliato durante il derby della sua squadra del cuore. Soprattutto se voi tifate per l’altra.

E dunque, a voi il primo.

Stereotipo numero uno: l’iracondo-moralizzatore

Dito indice (non medio, per carità…). Il suo marchio di fabbrica è questo. Non importa se compirà realmente il gesto. Quello che conta è che, nella sua testa, lui lo starà facendo. Vi starà puntando contro il suo ossuto dito indice. In quanto “Custode della fede” (titolo di cui si è insignito dal giorno della cresima), sentirà come impellente per lui il dovere di ammonirvi. Riprendervi. E, nel caso in cui non desistiate da questa pratica diabolica, allestire un bel rogo metaforico ( a meno che non sia anche un piromane… in quel caso…beh, la fuga è consigliata).

Il suddetto esemplare lo riconoscerete per la sua abitudine ad indossare maglioncini in tipiche tinte pastello e mocassini marrone chiaro. L’incarnato cereo e pantaloni a coste di velluto beige di solito completano il quadretto.

Chiariamo un punto. L’ iracondo-moralizzatore non è che non sia attratto da voi, semplicemente considererà questa sua brama come derivante dalla vostra peccaminosa presenza.

Frasi come “Tu sei il male!” o “Io e te abbiamo una scala di valori molto diversa” (vi prego, non rispondetegli “…Sì, la mia è a chiocciola!”) saranno il suo mantra. Vi ritroverete a domandarvi più spesso di quanto pensiate se, a tutti gli effetti, lui possegga o no un cilicio sotto il suo letto e se sia a batteria o meno (dovrebbero averne inventato uno elettrico, per sensazioni più stimolanti…).

Se avrete il coraggio, nonché la pessima idea, di avere una relazione con questo pio essere, sappiate che il luogo che frequenterete di più insieme sarà un confessionale alle 8 in punto di domenica mattina (con tanto di palese derisione da parte del ben più saggio confessore) e che il massimo brio concesso sarà di ordinare al ristorante acqua leggermente frizzante (non vi venisse in mente di pronunciare il binomio “cucina etnica”).

Romantiche passeggiate pomeridiane in ginocchio sui gradini della Scala Santa e ascolto ripetuto di canti gregoriani (che pure sono splendidi, se non mandati a ripetizione sulla Salerno-Reggio Calabria) rischieranno di allietare le vostre ore.

Se a quel punto sarete fortunate, troverete il buonsenso di mandarlo per le infinite vie del Signore prima del settimo giorno (quello di riposo dal tedio del vostro ex-frequentatore).

Altrimenti, se proprio il vostro spirito di sacrificio e l’affetto nei riguardi dell’ iracondo-moralizzatore dovessero prevalere,  il tutto si concluderà con lui che sentenzierà solennemente un  ”Non riesco a resisterti, ma non puoi essere la genitrice dei miei figli”, scuotendo visibilmente la capigliatura con un principio di calvizie.

Se proprio dovesse finire così, non preoccupatevi, perché la  ”genitrice dei suoi figli” di solito coinciderà con la figura manzoniana della “madonnina-infilzata”: gonna nera ben oltre le ginocchia e prozac sotto il cuscino o, in alternativa, amante sagrestano dal profetico nome di “Gaudenzio”.

Amen.


Keep calm and Pole Dance!

[Listenin' to: "The outsider"- A perfect circle]


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