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Diario di viaggio

Creato il 08 settembre 2010 da Dallomoantonella

 

Diario di viaggio

 

Ciao amici,  sono tornata.

Su FB  ho messo il reportage fotografico, potete vederlo  a questo link, ma qui vorrei spendere due parole  sulle mie impressioni  a  caldo, raccontarlo un pò questo viaggio,  che considero il mio primo vero giro attraverso il  mondo.

Perchè il primo? perchè il vero?

Il primo  perchè  gli altri sono stati al confronto di questo relativamente semplici, come dire,  quasi  domestici…e non avvertiti  dunque come forme di prova, forme di impegno.

Il  vero perchè  effettivamente nonostante uno cerchi di pianificare quello a cui va incontro,  non ci riesce mai del tutto, anzi,  di  fatto   le vere difficoltà e  le reali  necessità le incontra all’improvviso,  all’atto  di dovere compiere  alcune banali o non banali operazioni,  come per esempio pensare di prelevare da un bamcomat  arabo, o chiedere  di pagare con la carta che però non viene riconosciuta, o cercare di spiegare ai militari  alla dogana   nel tuo inglese  sdentato  il perchè ti trovi sprovvisto  di una certa carta  che  accidentalmente nessuno  ha  saputo  procurarti,  o ancora  dovere convincere  qualcuno   che ti dice di non gradire foto,  che l’unica   foto  fatta  l’hai cancellata e che non ne hai altre sulla macchina  fotografica…

Vero nel senso  dunque di vissuto,  di  programmato giorno per giorno nel senso pieno della parola;  ho vissuto questo viaggio così, con estrema leggerezza, con il solo pensiero  di cercare di fare del mio meglio, con il solo pensiero  di  gustare  quei  luoghi  che ho trovato, alcuni, veramente unici….

Alla fine,  è andato tutto bene;  sia  la  Siria che la Giordania  meritano una visita, non solo per le  loro indiscutibili bellezze storiche  che per’altro appartengono ancora alla cultura romana, o alla cultura biblica  che potremmo e possiamo considerare  universali,  ma anche per l’estrema cortesia dei loro  abitanti, soprattutto quelli siriani.

Il luogo che più mi è piaciuto  in assoluto?  A  sorpresa  il  Wadi Rum, con i suoi colori  color pastello, il suo rosa  che sembrava  potesse profumare proprio come un fiore, i suoi tramonti, il suo silenzio, l’eleganza  senza tempo dei suoi cammelli…

Il luogo che mi è piaciuto di meno?  Irbid,  città caotica  e devo dire senza nessuna attrattiva  architettonica, umana  o paesaggistica;  ci siamo andati solo perchè posta vicino al Golan,  che oltretutto  siamo riusciti  a raggiungere  solo  dalla via  del ritorno, proveniendo da Gerasa.

La  cosa  su cui devono molto migliorare?  La  segnaletica stradale, insufficiente,  inadeguata,  spesso  scritta solo  in arabo.

L’evento  che ricordo  con più piacere?  Sarà banale,  ma  mi sono immensamente gustata  la mia refrigerante  nuotata nella bella piscina  dell’hotel   Mariam  di Madaba,  un simpatico  albergo a  conduzione familiare,  senza lusso  nè  mancanze,  alloggio  che  da noi sarebbe  classificato  degnamente  nella categoria  di un tre stelle.

Già  le stelle;  qui l’offerta alberghiera  non è molto equilibrata;  si passa con estrema facilità da un servizio  super lusso  spesso  però inaccessibile per ovvie ragioni,  ad un servizio  scadente pressochè  inaccettabile  per il nostro concetto di igiene  e di confort.

In  linea di massima,  tutte le scelte da noi operate  ci hanno conferito  quello che  si può chiedere  ad una vacanza  che voglia garantire  un minimo  di  rilassatezza,  ma  comunque per chi si sa adattare  ancor di più,  con  venti euro si dorme in doppia, e con   molto  meno  si  può  mangiare.

Alla fine  il nostro tragitto ha toccato le seguenti  città  in ordine di arrivo:  Damasco, Irbid, Mar  Morto, Petra, Aqaba, Wadi Rum, Madaba, Castello di  Quars nel deserto giordano, Gerasa, Golan, Palmira, Homs, Krak  dei Cavalieri  (saltando Hama), Aleppo, Latakia  per la vicina Ugarit  e  Tartus  per l’imbarco  sulla  Visemar  One, il nostro  efficientissimo traghetto.  In  pratica abbiamo voluto visitare prima la Giordania e  tenerci  la  Siria  per  seconda.

Nei quindici giorni a disposizione non siamo riusciti a vedere tutto quello che sappiamo avrebbe meritato una visita;  penso a Pella, ad Apamea,   al  monastero   posto alle porte  di  Damasco,   alle parti desertiche  poste  lungo  l’Eufrate  siriano,  o  alle parti  desertiche  della  Giordania  poste  verso il confine  con l’Iraq;   abbiamo invece  visitato luoghi che tutto sommato non ne valevano la pena,  ma  questo è servito a confermare la nostra opinione  su  questi territori,   sulla gente reale  che li abita,  ossia  che devono ancora di molto  svilupparsi, che  sembrano vivere   in mezzo  ad  un mondo  che   non è più  e  un mondo  che spinge sempre  maggiormente   per  emergere.

E’  importante   che ci siano  tra di noi occidentali e loro, orientali,  contatti scambi rapporti e relazioni.

Li  alimentano i loro  cittadini che vengono da noi per lavorare; li alimentiamo noi che andiamo da loro per puro turismo.

Consigli per chi vuole andarci?  Prendetevi una buona guida, per esempio la Only Planet, che è tra le migliori,  e ricordatevi di allacciare   sempre  il casco  quando  siete in sella,  a me è volato via   al  cinquanta all’ora  in un attimo di disattenzione   nell’affollatissima   Homs (per fortuna senza conseguenze),  causa il forte vento  che qui  spesso,  insieme  al caldo torrido,  la fa da padrone.

La prossima  meta? Il  prossimo viaggio?  Mi  piacerebbe Israele.

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