Diario Milanese #9: Volere o Volare

Questa settimana , passata in fretta ma neanche tanto, dove ho le caviglie consumate dalle vesciche e i piedi ormai mi fanno male anche con le scarpe basse, ne ho viste di cotte e di crude. Dalla tamarraggine estrema alla Sozzani in prima fila, non si può dire che la mia non è stata una settimana varia. Ho tirato fuori la faccia tosta e la disinvoltura che spesso non ho, ho salutato come fossi un abituè e mi sono incavolata con le addette stampa perchè avevamo sempre posti in piedi. Domani è la mia ultima giornata e sono comunque contenta di tornare alla normalità. La moda va bene a piccole dosi e preferisco sempre e comunque il contatto diretto ed entusiasta con e dei designer emergenti. Quello mi entusiasma davvero, forse di più della fuffa delle sfilate, dei front-row, dei body-guard che non "puoi entrare", che sono affascinanti ma estenuanti e a volte persino avvilenti se non sei del giro. Ma non si demorde e si va avanti, perchè il mondo che la moda colora è infinitamente più poetico e positivo di quello reale. Un'illusione a cui vogliamo credere e che ci fa prendere una boccata d'aria dal declino cronico  che ci circonda.
Parentesi seria chiusa :-)