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Diario minimo di una non-elettrice per elezione e convinzione.

Creato il 25 maggio 2014 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
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“I silenzi del narciso fanno male da morire”
Rosebud search key, odierna
 
di Rina Brundu. Qui a Dublino a volte le cose muovono con la puntualità di un orologio svizzero. E la cartolina voto arriva sempre in anticipo, non si perde mai. Con quest’ultima ricevuta per le elezioni europee 2014 nè avrò buttate nel bidone della spazzatura una trentina e, salute permettendo, faccio conto di buttarne altrettante nel futuro prossimo. Sono una non-elettrice per elezione e per convinzione. Votai una sola volta, non ricordo né l’anno né la decade ma credo fosse in occasione della mia prima volta nella “gabina elettorale”. Ad occhio e croce doveva essere la fine degli anni ottanta. Vivevo ancora in Italia. Non saprei neppure dire a chi ho dato la preziosa preferenza, ma considerando che ero una testa di c…. perfettamente inquadrata nel sistema, gullible come nessuno, ritengo di avere votato per i socialisti, un poco come la vecchietta derubata che si intenerisce davanti alle insondabili ragioni portate dal ladro bisognoso.

Poi forse molto ha potuto la trasferta irlandese: mi sono convinta che non avevo diritto di votare in Italia perché lì non pagavo le tasse, e di dare il voto nella Terra Smeralda non se ne parlava. La politica irlandese è insipida di sua natura, tolte le ragioni dell’IRA è restato ben poco. E poi questi qui non si insultano, non c’é verso, è finanche vietato dalla legge; cioè mantengono sempre una sorta di aplomb britannnico e il massimo che puoi avere è un membro del parlamento che siede sul suo alto scranno indossando la maglia del Torino. Ma passi per l’usata prassi italica della parolaccia, il problema è che qui da noi anche il servizio pubblico (RTE) ci mette molto del suo e non si immischia troppo nelle cose della politica. Ti immagini aprire il faccione di tutti i suoi telegiornali con il volto rassicurante e bonario di Enda Kenny, l’attuale Taoiseach (Primo Ministro)? Una roba che facciamo (perché nel caso voterei anche io) Gerry Adams santo subito e lo salviamo dalla pena dell’oblìo che sta scontando adesso.

Ma fosse tutto qui si potrebbe pure fare, pardon… votare, il fatto è che tra me e un mio voto-possibile ci si mette pure la “coscienza”. Certo potrei “asportarla”, e di appendice mediaticamente ridondante in fondo si tratta. Ma il problema è pure che testa di c… uno ci nasce e gullible ci resta; cioè ti fai tante s… mentali e ti convinci che in quanto blogger “impegnata” (leggasi che spara cazzate digitali) in politica è meglio non votare, meglio mantenere sempre una data “distanza”. Insomma, meglio continuare a prendertela un giorno contro la Sindrome del fighetto renziana, sputtanare il dì successivo le “uscite” senza capo ne coda di Grillo, ironizzare ora sì ora no sull’impari lotta che Berlusconi sta combattendo da par suo e da qualche tempo a questa parte contro “a livella che si avvicina.

Naturalmente il mio problema astensionistico potrebbe diventare molto più “importante” qualora dovessi scegliere di rientrare in Italia for good: a quale santo dovrò rivolgermi per farmi le “spalle forti”? Se mi butto a destra il minimo che mi potrà capitare e che Toti mi chieda di andare in giro stile reggitore di cartelli dublinese o consiglio per gli acquisti ambulante allo scopo di dare degna visibilità all’ultimo club Forza Silvio creato in Ogliastra; se mi butto a sinistra dovrò rinnegare la mia lettura preferita “Il tutto Marx per dummies”; se mi butto al centro Alfano si sposta con la stessa eleganza che fu di Casini; se mi butto sotto il trenino verde che traversa la nostra isola sarda bellissima si incazzano gli ambientalisti per i quali un Aga Khan è meglio de tres pastores…

Morale politica? Comunque (s)voterai sempre calci in c… prenderai.

Featured image, Enda Kenny, l’attuale Taoiseach irlandese.


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