Il genio di Chuck Palahniuk è espresso all’ennesima potenza in questo suo capolavoro. Conoscevo l’autore grazie al celebre adattamento cinematografico di “Fight Club” e incuriosita da un film così particolare e innovativo, ho letto il libro.
La prosa di Chuck è unica. Purtroppo non ancora avuto l’occasione di leggerlo in lingua originale, ma è decisamente nella mia lista delle cose da fare. Dopo “Fight Club” ho letto “Rabbia”, un altro componente importante della sua bibliografia, e sono arrivata a “Diary”.
La figura dell’artista, la nevrosi, la malattia, il nichilismo sono al centro dell’opera e vengono sviluppati magistralmente in un quadro surreale e profondamente malato. Attraverso le sue parole si percepisce il dolore fisico e mentale della protagonista e tutto ci appare estremamente reale e inquietante. La perversa tradizione dell’isola, la pazzia della gente, le stanze scomparse, i messaggi sui muri sono tasselli di un puzzle misterioso e d’impatto. Da leggere assolutamente.