Dica trentatrè

Da Pythia
Da piccola avevo la R moscia: ho trascorso l'infanzia impelagata in situazioni tipo
- di' rana!
- tzsana
- ma no! Ho detto Rana!
- tzsanaaa
- hai la R moscia!!! Ha-ha-ha-ha-ha!!!
No, c'è da ridere? Ho forse fatto una battuta? Ma andate tutti a giocare a mosca cieca su tetti!
Niente lezioni di dizione, niente ore chiusa in camera a fare esercizi: col tempo, non so come, la R è arrivata a una discreta normalità, tanto che se aveste la fortuna di sentire la mia soave voce probabilmente non ve ne accorgereste.
Il trauma sotto sotto ha lasciato un segno, specialmente perché ho la mamma medico e di bastardi è pieno il mondo: R moscia e dottore uguale "dica trentatrè". Preferivo le rane.
Non trovo altre spiegazioni all'indifferenza con cui ho accettato l'arrivo di questo giorno: le solite crisi da genetliaco sono lontane anni luce, chi mi incontra per la prima volta mi dà anche sei anni in meno di quelli che ho, per somma gioia delle ditte di antirughe. Non ho in programma festeggiamenti da sballo perché mi va bene così - non è che non ho voglia di festeggiare, è più come una sensazione di pace interiore. Perché non riesco ad associare quel numero alla mia persona, non mi viene proprio, ed è strano perché è due volte il mio numero preferito. Sarà il trauma infantile.
O forse non ci voglio pensare perché il più famoso trentatreenne della storia ha fatto una brutta fine.
Tanti auguri a me B-) 
...e la torta ...a me!!!

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