Magazine Diario personale

Sceneggiature

Creato il 14 giugno 2015 da Povna @povna

Quella che la ‘povna ha definito la “grande rivoluzione del colapasta”, il cosiddetto blocco degli scrutini organizzato (?) dai colleghi scioperanti – che ha totalizzato, in due giorni di disservizio erogato esclusivamente ai colleghi, il seguente bilancio: ritardo effettivo rispetto al calendario annunciato: ore 6; ritardo percepito dalle famiglie tendente a 0; divisione sul fronte dei lavoratori ottenuta, 100%; comunicazioni agli organi di stampa: 0; disagio per le quinte (che sarebbero teoricamente protette da normativa): 50% (ma solo perché all’altra metà hanno posto rimedio la ‘povna, Mr. House e l’Ingegnera Tosta correndo incessantemente i 3000 siepi, in tutti questi giorni), per tacere del momento in cui il grande fronte della battaglia è naufragato, ieri, nella persona di Ottusa, che di fronte alla richiesta del collega Pietropoli di svolgere lo scrutinio di una terza per “permettergli di andare alla festa di laurea della sorella” (con ciò introducendo ufficialmente il principio che lo sciopero non si fa per un’idea, ma si sceglie in base alla simpatia per il collega singolo, e alla classifica delle sfighe in ballo), ha deciso di astenersi dallo sciopero perché “poverino, aveva già pagato il biglietto” – si è concluso oggi, così come da calendario preventivato, fin dal principio, da Barbie. In mezzo, ci sono stati davvero bei momenti, come quando le RSU hanno fatto, ieri, alle tre del pomeriggio una vertenza sindacale alla preside Barbie, rea di avere ricalendarizzato gli scrutini scioperanti sovrapponendo gli insegnanti di religione e laboratorio (così come accade negli scrutini regolari, da sempre) e facendoli riconvocare con altre sovrapposizioni (ma che erano per loro più carine, evidentemente) con un nuovo ordine di servizio emanato alle ore 18.32 della vigilia del giorno di scrutini medesimi, comunicazione avvenuta solo attraverso il sito della scuola, ovvio – con ciò riuscendo nel capolavoro di commettere essi stessi (la ‘povna è andata al sindacato, per assicurarsi, perché se la si sfida sul terreno delle regole, è allora che si diverte) atto illegittimo. Ma, d’altra parte – quando si va alla guerra con raccattati, qualunquisti e monarchici, senza un minimo di pianificazione aggiunta – che si finisca per essere travolti dagli eventi, se non a essere manipolati, è il minimo che possa capitare. Sul fronte di coloro che hanno aderito, la palma del più idiota e del più stronzo spetta sicuramente a Barbalbero; la ‘povna non si è stupita (avrebbe solo voglia di dirgli che secondo una interpretazione della CGIL quello che ha fatto giovedì è sanzionabile a livello del MIUR, ma per fortuna Barbie è una signora preside), e lascia che siano i Merry Men a dettare la vendetta, come quando oggi, mentre studiava alla stazione le tesine con Orlando e il suo amico Rasta, dell’altra classe (ma che oramai si è aggregato a loro, inseparabile), il suo alunno tanto amato le è uscito con un: “Il professor Barbalbero ha fatto sciopero, vero?”; e, al cenno affermativo della ‘povna: “Lo sapevo, perché l’altra sera, alla cena di classe, faceva l’amicone, beveva con noi le grappe, diceva che meno male che c’era lui a essere giovane perché voi pensavate di sì, ma non ci capivate per niente, e per qualsiasi cosa era lì per aiutarci e l’indomani non avrebbe fatto mai e poi mai sciopero, perché con le quinte di mezzo… E io in quel momento ho saputo che voleva scioperare”. Ottusa ovviamente non fa testo, poveretta (anche se il suo comportamento è servito a chiarire una volta per tutte a Mr. House e all’Ingegnera Tosta di che pasta sia fatta) e, per quanto riguarda gli altri, la collega Vampiria e S(t)olida non sono proprio quel modello di consapevolezza politica che a degli ufficiali della scuola pubblica sarebbe opportuno domandare. Restano Mafalda e Mr. Higgs, e lì la questione si fa complessa, Innanzi tutto perché la ‘povna sa che qui sopra la leggono, e quindi non ha voglia di parlarne; ma soprattutto perché li considera (tuttora) amici, e certe cose, e certi modi nel farle, hanno fatto rimanere lei, l’Ingegnera Tosta, Mickey Mouse e Mr. House davvero molto male.
Come che sia, oggi gli scrutini residui si sono celebrati tutti, così come da programma. La ‘povna è arrivata a scuola con tre ore di anticipo, si è messa in un’aula isolata, e ha lavorato alle tesine su skype, incessantemente. Mafalda e Mr. Higgs sono ritornati a essere quelli che sono sempre (cioè delle persone estremamente piacevoli), che la hanno aiutata in ogni modo possibile. E la ‘povna – che è fumina, ma ha il dono di sapersi adattare alle circostanze (e anche di un certo senso del dovere, possibilmente) – ha deciso on the spot di seguire la piega degli eventi e, a parte un momento in cui le è saltata la mosca al naso (quando ha visto che una buona parte di consiglio non aveva ottemperato ai doveri stabiliti preventivi, per lo scrutinio degli Extra-terresti) ha fatto le cose nel modo migliore che sapeva (creando nello scrutinio che coordina, quello delle Giovani Marmotte, un clima invero assai piacevole), accettando offerte di pace con buon senso e facendosi con relativa buona grazia coccolare.
Così, all’alba delle 15.15, con solo un quarto d’ora di ritardo, è potuta planare in quello che, in questi casi, diventa il suo ufficio, già dai tempi degli esami dell’Onda: il bar della stazione air-conditioned: tre ore quasi piene di tesine fino alle sei, quando è stato il tempo di tornare a scuola per ricevere, finalmente, i genitori. Ovviamente, la scuola era affollata. E, altrettanto ovviamente, erano praticamente tutte famiglie delle classi sue e dell’Ingegnera Tosta. La ‘povna ha parlato con tutti, nel mezzo ha gestito, con l’aiuto di Mr. House, un paio di Merry Men, che dovevano consegnare le mascherine del progetto stradale, e stampare un altro paio do cose sul plotter, ha accettato con gratitudine l’aiuto di Mr. Higgs e di Mafalda e poi, quando oramai stavano tutti per chiudere, lo sceneggiatore ha deciso che era arrivato il momento “Carramba!”.
“‘povna, scusami” – si avvicina un collega a voce bassa – “è arrivata una persona, dice di essere il presidente della vostra commissione”.
Così Pezzo di Pane, il loro presidente, arrivato a prendere visione di spazi e aule, si materializza alle 19.40 di un sabato pomeriggio. Ad accoglierlo c’è la ‘povna, e – mentre Mr. House nasconde le quinte che stampano nell’armadio, ché lui non si azzardi a vederle – la ‘povna si trova a fare da inaspettato Cicerone.
Il giro dura una mezz’oretta. Al termine, dopo avere ringraziato e salutato il bidello FacTotum, un grandissimo (e prima di arrivare alla stazione e incappare in treni con minimo due ore di ritardo), la ‘povna apre, dopo due ore di oblio, di nuovo il cellulare.
“Come è andata?” – recita il sobrio sms di Esagono (che le conferma che il suo vicepreside prima le dice di calmarsi, ma poi la, e ci, pensa).
“E’ andata che ho conosciuto Pezzo di Pane!” – risponde lei, telefonandogli.
“Ma dai, non è possibile”.
“E invece sì, pensa che bello!” – e parte coi racconti.
“Allora sei più serena” – la saluta Esagono (e la ‘povna sa che, se stessero chiacchierando di persona, lui a questo punto le tirerebbe un libro in testa).
E la tentazione di dire “Sì, ma”, e un mucchio di distinguo, è lì in agguato dietro l’angolo.
E invece: “Ma sì”. E poi la ‘povna sorride, stremata, ma romanzescamente soddisfatta, all’ennesimo impennarsi, intricato, della trama.


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