Già lo intuimmo dal freddo pungente
di mattinate ansiose;
dal profumo di muschi
appena spuntati
dal terriccio umido;
dal desiderio trepido
di scrollarsi di dosso
il torpore paralizzante
dell’autunno
-come la cicala il guscio
nell’ultima belletta di novembre-
per tentare
diagrammi inediti
di luce e di speranza.
Tutto congiura contro
negli arcani misteri
che distillano i giorni;
eppure l’aspettiamo
-dicembre-
come una promessa intatta
come una fiammella accesa
nel buio inquietante della notte.
Ne annusiamo il candore
anche senza neve e
ne intrecciamo ghirlande
di sorprese taciute
di parole sospese
di pensieri di vento
nella volta stellata.
M.Gisella Catuogno